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A proposito del decreto “valore cultura”

di Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi

festival-montecarlo-feliniL’esito del voto del Parlamento sul decreto “valore cultura” è ormai noto ed è stato già spiegato anche per le concrete ma modeste conseguenze che avrà sul nostro settore.
Ma l’aria che tira non consente di dormire sonni tranquilli. E’ richiesta a tutti una chiara conoscenza del livello di ostilità che alcuni ambienti politici hanno sviluppato nei confronti del circo, e ancor prima del livello basso, quasi rasoterra – per usare le parole di Riccardo Pazzaglia ai tempi di Quelli della notte – raggiunto da ambiti istituzionali come il Senato e la Camera, trasformati da qualche parlamentare in ring dai quali sferrare colpi proibiti agli avversari ed esercitarsi o nel Bar dello Sport, teatro di risse e invettive. Fino a raggiungere vette di democrazia e bon ton come quelle toccate in casa “5 Stelle”, dove la senatrice che ha votato la fiducia al governo Letta è stata minacciata dai suoi (ex) colleghi con l’ormai famoso “ti aspettiamo fuori”. Roba da ciurma di Barbanera.
Questo è il contesto, bisogna esserne consapevoli. Se penso che su quegli scranni in passato si sono seduti certi padri costituenti, galantuomini come Orazio Condorelli – maestro di morale, di vita e di cultura – si rischiano i conati di vomito, ma questa è – purtroppo – la nostra Italia del tempo presente. Che ha anche un’altra caratteristica tipica delle fasi di crisi della democrazia: la volontà popolare oggi vale meno del due di coppe quando comanda denari.
Si chiamano gli italiani ai referendum e poi si butta nel cestino il loro pronunciamento (basta vedere quel che è successo in tema di finanziamento pubblico dei partiti, responsabilità civile dei magistrati, privatizzazione dell’acqua e via elencando). Le lobby dettano legge calpestando la volontà popolare e sono in ciò favorite dalla impreparazione dei parlamentari, che facilita il loro asservimento a quei gruppi di pressione nati non per fare ma per distruggere, in spregio sistematico a numerose categorie lavorative, e a quella del circo in particolare.

Antonio Buccioni con Olimpia

Antonio Buccioni con Olimpia

Con l’intendimento dichiarato di migliorare le condizioni degli operatori culturali e dello spettacolo, il decreto valore cultura – con “discutibili interventi e omissioni” – come ha dichiarato il presidente Agis, Carlo Fontana – non ha considerato le “istanze concrete per il teatro, la musica, la danza, nonché per gli spettacoli viaggianti e i circhi, questi ultimi addirittura destinatari di un’attenzione negativa” (sono ancora parole di Fontana). E alla fine sono pochissimi gli elementi positivi (tax credit cinema e poco altro) che può vantare.
Per i circhi il decreto non migliora minimamente la situazione di partenza ed anzi si propone di peggiorarla, il che è un paradosso assurdo.
Torna il concetto accennato poco sopra, cioè lo spregio sistematico della volontà popolare, quando in democrazia dovrebbe essere il popolo a scegliere e ad avere l’ultima parola. Non sembri un argomentare astratto per il destino dei circhi.
Per limitarci allo spettacolo, settori gloriosi – che peraltro ho personalmente molto amato – come avanspettacolo, teatro di rivista, teatro di varietà, operetta, possono essere considerati fenomeni del passato e per una ragione molto semplice quanto oggettiva: semplicemente perché si sono ritrovati privi di pubblico.
Una serie di altri settori dello spettacolo non potrebbero esistere nemmeno un attimo dopo l’abrogazione della contribuzione pubblica (per inciso, non solo statale come nel caso dei circhi, ma regionale, provinciale, comunale e privata), mentre il circo vive da sempre grazie al pubblico pagante, e solo in forza di questo resiste ad ogni sorta di angheria.
La bella fotografia vincitrice del premio Best of the show

La bella fotografia vincitrice del premio Best of the show

Al riguardo, esterno qui di passaggio una mia personale opinione. Considerata l’indecente contribuzione statale ai complessi italiani (se si considerano le somme effettivamente erogate non si supera 1 milione e 700 mila euro l’anno per tutti i circhi) sarei tentato di rifiutare questa elemosina e magari destinarla alla strutturazione delle aree pubbliche e ad altri interventi di comune utilità per la categoria.
Ma le vicende legate al decreto valore cultura, ci hanno anche consentito di toccare con mano aspetti positivi di primaria importanza.
Ne cito solo alcuni.
Primo: il consolidarsi di rapporti di collaborazione, stima e interscambio con gruppi parlamentari e singoli senatori e deputati. Con la Lega Nord, ad esempio, che al Senato ha difeso apertamente il circo contro gli emendamenti e l’ordine del giorno “animalisti”, e che alla Camera ha presentato un emendamento di aperto sostegno del circo.
carezze-elefante-knieIn casa Pdl, oltre alla ennesima prova di coraggio e vicinanza al nostro settore, dimostrati dal senatore Carlo Giovanardi, va colta la novità legata alla sopravvenuta “spaccatura” interna. Personalmente nutro speranze al riguardo, perché la componente moderata del Pdl, che le cronache politiche descrivono al momento come vincente sui cosiddetti falchi, è costituita da persone ragionevoli, più propense a privilegiare l’interesse generale e il bene del Paese che le battaglie personali, e non schierate col fanatismo animalista.
Secondo: il ritorno prepotente dell’Agis sulla scena pubblica. La neopresidenza di Carlo Fontana ha coinciso come prima incombenza di rilievo (sul piano personale la qual cosa un po’ mi dispiace ma, purtroppo, non è dipesa dalla mia e nostra volontà) col decreto di cui stiamo parlando e in particolare col sostegno alle ragioni del circo.
Non bisogna dimenticarsi che l’emendamento originariamente presentato al Senato da De Petris e altri, prevedeva l’eliminazione da subito dei contributi in favore dei circhi con animali, mentre si è tramutato in una stesura finale che così recita: “Il decreto può destinare graduali incentivi in favore di esercenti attività circensi e spettacoli viaggianti senza animali…”
L’Ordine del giorno approvato, invece, oltranzista nella sostanza, può considerarsi un ripiego, e se da un lato ribadisce l’urlo di guerra della ideologia animalista, dall’altro non avrà nessun effetto pratico.
Allo steso modo, anche alla Camera sono stati respinti emendamenti oltranzisti presentati dal M5S per ottenere l’immediato stop dei contributi ai circhi con animali. In buona sostanza, l’Ente Nazionale Circhi, agendo in stretta assonanza con l’Agis – nella persona del presidente Fontana e del dott. Lorenzo Scarpellini – e con parlamentari di diversi schieramenti, ha ottenuto un risultato apprezzabile.
judeMa si tratta solo di una parentesi nella battaglia che continua. Da una parte – forti anche delle dichiarazioni programmatiche del nuovo presidente dell’Agis – si può dire che il grosso del lavoro cominci adesso, a partire dalla necessaria interlocuzione col governo e coi rappresentanti parlamentari, che andrà attuata nelle prossime settimane.
Dall’altra, e il messaggio non può che essere rivolto al nostro interno, con ancora più chiarezza e forza del solito, voglio evidenziare che dall’interno della classe politica e di alcune lobby, è in atto un tentativo di sterminio della gente del circo. La terminologia può sembrare forte ma rende realisticamente ciò che è in atto. Come ho scritto anche di recente, non mi stupirei se qualche amministratore locale particolarmente creativo nella sistematica opera di scoraggiamento nei confronti del sacrosanto dovere di ospitalità dei complessi circensi, tra qualche giorno facesse spruzzare sui manifesti, sulle vetrate delle casse e sulle recinzioni del circo, qualche simbolo che ricordi vagamente la stella di Davide e la parola Jude.
Davanti al tentativo di sterminio abbiamo il diritto dovere di difenderci con ogni mezzo e perché ciò possa avere qualche chance in più di riuscita, occorre che la regolarità delle imprese e la compattezza associativa e della categoria, diventino fattori basilari e imprescindibili. Solo imprese sane e perfettamente a norma possono difendersi autorevolmente e solo un’associazione che sia la cartina di tornasole di una categoria intera, potrà esprimersi – supportata da questa rinnovata Agis – con l’energia necessaria. Ognuno è tenuto ad assumersi le proprie responsabilità.

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