Oggi il circo è di moda.
Che lo sia in blocco o solo grazie a singole figure, ai colori, alle forme o alle evocazioni, poco importa.
Lo dice l’editoria, con i titoli e le storie di chiara influenza circense. Lo dice, da molto tempo, la musica che tanto ha attinto dall’estetica dello chapiteau. Lo dicono gli ultimi successi cinematografici.
E infine lo dice anche la moda, e tra uno degli esempi ultimo in ordine di successione c’è stata la presenza, del tutto inaspettata, del Circo Maccheroni alla fiera della moda d’eccellenza per bambini, Pitti Bimbo a Firenze lo scorso luglio 2011.
Perché il Circo Maccheroni, per chi non ne sa nulla, non è un piccolo circo improvvisato, ma frutto di una precisa volontà di tornare alle origini, alle piccole dimensioni, all’autenticità di un’arte di strada vera e propria. Questo esperimento, evoluzione del celebre Florilegio, nasce da un’idea di Livio, Davio e Corrado Togni, un nome che è garanzia di qualità da ben sei generazioni. E ciò che pare improvvisato nella formula è proprio frutto di questa lunga esperienza di giro.
Corrado spiega che quello presente a Pitti Bimbo non era il vero Circo Maccheroni, bensì un piccolo distaccamento realizzato per l’occasione. Il circo Maccheroni vero e proprio era al momento all’inizio della sua tournée in Turchia, infatti Corrado era già pronto a raggiungerli. Ma prima ha risposto a questa proposta di avvicinarsi al mondo della moda perché “la gente vuole conoscere il circo, è curiosa di scoprirlo”. E forse è vero, nonostante i tempi duri che da sempre affrontano i circhi quando giungono nei piccoli e medi comuni, nonostante attacchi di varia natura.
Ma di certo caos non è caso, dal momento che ci vuole perfetta padronanza per gestire tutto ciò sapendosi adattare anche ai ritmi della moda, e infatti lo spettacolo è stato realizzato in concomitanza con la sfilata dei bimbi per la casa di moda Blauer.
Uno spettacolo breve ma che nonostante tutto ha indotto le persone (non soltanto i bambini) a fermarsi, sedersi e guardare, dimenticando per un attimo di essere in un luogo dove impera il linguaggio della moda e per poco la moda ha parlato il linguaggio del circo.
Stefania Ciocca