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San Lazzaro, il Pdl grida al “regolamento pastrocchio”. Seconda parte

Giuseppina Raisi, capogruppo Pdl

“Questo Regolamento è un gran pastrocchio”, ha esordito la capogruppo del Pdl nel consiglio comunale di San Lazzaro di Savena, Viviana Giuseppina Raisi. “E’ solo un segnale politico che si vuole dare a determinate parti politiche”. 

Il popolo della libertà ha dato battaglia, mettendo sul tavolo ragionamenti ancorati alla realtà e alle leggi. “E’ indubitabile che un Regolamento non possa soverchiare la normativa nazionale”, ha aggiunto la capogruppo, che ha messo l’accento anche su un’altra questione molto importante. Nella premessa della delibera che vieta i circhi con animali, si parla di valori etici: “Chi è titolato a sindacare i valori etici? Io non accetto che l’ente pubblico intervenga ad educarmi”. E poi chi decide che quella di vietare gli spettacoli con animali sia la giusta etica? E tutte le persone che vorranno continuare ad assistere a quegli spettacoli e non potranno più farlo? Concetto ripreso anche da un altro consigliere del Pdl, Enrico Di Oto: “Il fatto che si facciano normative su basi etiche non è un segno di civiltà”.

Il Pdl ha battuto anche su un altro tasto: l’art. 34 del Regolamento dice “…è fatto divieto di attendamento nel territorio comunale di circhi e di mostre viaggianti con esemplari delle seguenti specie al seguito…” e le elenca praticamente quasi tutte. Secondo la capogruppo Raisi vietare l’attendamento è “illegittimo anche dal punto di vista costituzionale, perché l’art. 16 della Costituzione italiana dice che ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale. E se una serie di Comuni dovessero vietare l’attendamento, come farei a dare ristoro agli animali al seguito di un circo, che la legge non vieta di detenere”. Contraddizioni e paradossi che nascono da un Regolamento di divieto.

E se il primo circo che ottiene un divieto a lavorare dovesse rivolgersi al Tar? “L’amministrazione si troverà a dover resistere in procedimenti che perderà, e dovrà farlo con i soldi dei cittadini”, ha aggiunto Giuseppina Raisi. “E l’etica fatta con i soldi dei contribuenti per dare dei messaggi a parti politiche che evidentemente ne hanno la necessità o l’interesse, non ritengo sia una buona pratica amministrativa”.

L’unico consigliere della maggioranza che ha sostenuto di essere pronto anche ad assumersi la responsabilità di pagare di tasca propria davanti ad una sentenza del Tar favorevole ai circhi e ad un intervento della Corte dei conti, è stato Massimo Bertuzzi della lista “Noi cittadini”: “La Corte dei conti potrebbe chiedercene conto e potremmo essere chiamati in correo al pagamento delle spese. Io questa responsabilità me la prendo”. E gli altri che hanno votato la delibera?

Il Pdl non ha partecipato al voto (“la delibera evidenzia contraddizioni lampanti”), ma il Regolamento è stato approvato dai partiti di maggioranza che sostengono la giunta di San Lazzaro di Savena. Regolamento che è stato approvato senza il parere – previsto dalla legge – dell’associazione di categoria dei circhi italiani. Che non è stata mai chiamata a dire la sua dal Comune di San Lazzaro. Un Comune che in fatto di diritti mette quelli degli animali davanti a quelli degli uomini, e che calpesta un intero settore di circa 5 mila addetti che vivono di questo lavoro. “Ci piacerebbe sapere perché l’associazione di categoria dei circhi non è stata invitata alla commissione di lavoro”, ha domandato il consigliere del Pdl Andrea D’Alessandro, ma nessuno ha risposto. Chicca finale, fatta notare sempre dalla capogruppo del Pdl: “L’art. 32 del Regolamento parla di piano di emergenza e di fuga per gli animali pericolosi. Fuga di che, se vietiamo gli animali? Le parti che copiamo dagli altri regolamenti, copiamole almeno bene”.
Dal sito del Comune, il comunicato stampa ufficiale sull’esito della votazione

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