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Natale a Firenze: l’American Circus si affida alle carte bollate

Matteo Renzi, primo cittadino di Firenze

Matteo Renzi è forse il sindaco più mediatico d’Italia. Con la sua idea di “rottamare” la classe dirigente del Pd (secondo la famosa intervista rilasciata a Repubblica lo scorso agosto: “Il nuovo Ulivo fa sbadigliare, è ora di rottamare i nostri dirigenti”) ne ha conquistati di salotti televisivi. Renzi è il nuovo modo di amministrare e di intendere la politica. Ma la sua città com’è amministrata? Noi, nel nostro piccolo, conosciamo ciò che fa in materia di circo e in particolare di applicazione delle norme per la concessione delle aree allo spettacolo della pista. E su questo Matteo Renzi non è che brilli come Sirio.
Il regolamento comunale di Firenze prevede due criteri per stilare la graduatoria dei circhi: il tempo trascorso dall’ultima concessione ottenuta dal singolo circo nel Comune di Firenze e la capienza del tendone. Si sono presentati due complessi, due nomi importanti, l’Americano di Ennio Togni e il Florilegio di Livio Togni. Detta così sembrerebbe molto semplice. Livio Togni ha presentato la sua domanda non col marchio Florilegio ma con la società Vis srl e siccome con questa sigla esordisce per la prima volta a Firenze, il Comune gli ha dato 14 punti perché avrebbe centrato il primo dei due criteri contenuti nel regolamento, cioè il tempo trascorso dall’ultima concessione ottenuta. E 1 punto per la capienza del tendone: in totale fanno 15.
L’Americano invece, si è presentato con la solita sas che porta il nome di “Circo nel Mondo”, e per questo si è visto penalizzato ottenendo 7 punti in totale, di cui 4 per gli anni di assenza e 3 per la capienza del tendone.
Ma allora per lavorare a Firenze bisogna crearsi ogni volta una nuova società? Sembrerebbe di si.
Il Comune sostiene che la Vis srl manca da Firenze da 7 anni, quando è stata costituita nel 2006 e dunque risulta impossibile. E se è alla sua prima richiesta di concessione a Firenze, come può ottenere 14 punti per gli anni di lontananza dalla piazza di Firenze? Misteri dell’amministrazione Renzi.
Sta di fatto che i legali dell’Americano hanno già chiesto al Comune che revochi la concessione alla Vis e addirittura la escluda dalla graduatoria. Sostengono fra l’altro che il regolamento comunale di Firenze stabilisce che il circo deve appartenere al “gruppo per il quale sono richiesti i requisiti maggiori ai sensi della vigente normativa ministeriale. … Per i circhi italiani tale requisito dovrà essere posseduto oltre che per l’anno in cui viene presentata la domanda, per l’anno precedente, e mantenuto anche al momento del rilascio della concessione”. Il decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del 1 aprile 2010 definisce la tipologia di circo con i “requisiti maggiori” come “circo di grande dimensione” (tale essendo quello che impiega “oltre settanta addetti calcolati sulla media mensile”), ma la Vis s.r.l. non rientra nel “gruppo per il quale sono richiesti i requisiti maggiori ai sensi della vigente normativa ministeriale”, visto che “ha impiegato, sia nel 2009 che nel 2010, molto meno di 70 addetti, anzi addirittura meno di 20 addetti (rientrando quindi nell’ultima categoria, quella dei “circhi di piccola dimensione”)”. “Mentre stando alle verifiche presso l’Enpals fatte dallo stesso Comune di Firenze risulta che la Circo nel Mondo s.a.s. ha impiegato oltre 70 addetti negli ultimi due anni (per l’esattezza, il Comune di Firenze ha riscontrato un numero di addetti pari a 71 unità nel 2009 ed a 78 unità nel 2010)”, scrivono i legali di Enis Togni. Mentre la Circo nel Mondo sas è stata esclusa dalla graduatoria.

Che ci combina, sindaco Renzi? L’Americano non è disposto a cedere e se il Comune non cambierà rotta si rivolgerà al Tar, appoggiato nella causa dall’Ente Nazionale Circhi. Per “rottamare” una discutibile decisione del sindaco Renzi.

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1 Comment for “Natale a Firenze: l’American Circus si affida alle carte bollate”

  1. Montico Giorgio

    ricordiamoci che il sindaco Renzi può fare quello che vuole se sie puntato
    ed e messo alle strette può convocare il consiglio comunale e fare una deroga al regolamento che stabilisce i parametri che concedono le concessioni, e creare un precedente e molto pericoloso.

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