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Il mito del juggling

Ha cominciato a lanciare e a riprendere palline all’età di sette anni, tanto da diventare subito un fenomeno televisivo da grandi ascolti negli States. La prima medaglia d’oro l’ha collezionata a dieci anni, strabiliando pubblico e giuria del Festival du Cirque de Demain a Parigi. Si chiama Anthony Gatto, classe 1973, nato a Ellicot City, nel Maryland.
Sarà perché anche l’italianissimo padre non scherzava: Nicola Cammarota, in arte Nick, in gioventù non passava inosservato, anche se dava il meglio di sé in un’altra disciplina: si esibiva con un trio acrobatico nei migliori locali di Las Vegas. Ma Anthony ha una marcia in più ed è un artista nato. Quando lo vide Herbert von Karajan, gli mise fra le mani un violino e rimase a bocca aperta: avrebbe potuto diventare un numero uno anche in veste di musicista.
In Italia lo si è visto in azione prima al Golden Circus di Roma, poi (1993) al Gran Premio Internazionale del Circo di Genova, dove vince l’Argento. Buona Domenica se ne accorse e lo portò in studio.
E’ entrato nel Guinness Book of Record con quattro voci differenti: 7 ed 8 clave, 7 torce ardenti e la resistenza con 5 clave senza caduta (45 minuti e due secondi). E’ il XXIV Festival International du Cirque di Monte Carlo ad incoronarlo star del juggling. Si riscalda, giusto qualche minuto prima di esibirsi davanti ai reali monegaschi, con otto clave, poi sei clave con una in equilibrio sulla fronte, sette clave con una palla rimbalzata sulla testa. Nove palline. Dieci, undici, dodici cerchi. Il padre lo sprona: “Fammi un bel lancio di dieci, tienili ancora qualche secondo, un po’ più indietro il braccio sinistro.” E’ un trionfo. Il Principe Ranieri si emoziona come poche altre in vita sua.
Anthony fonde semplicità, perfezione, eleganza e simpatia. Oltre che per le sette clave e per gli undici cerchi, sbalordisce per le routine con cinque e sette cerchi con piroette complete, per le quattro clave ed una palla e per la facilità con la quale giocola con cinque clave in ogni maniera possibile: davanti, dietro la schiena un braccio alla volta, dietro la schiena con due braccia contemporaneamente, sopra la testa, persino gettandone una sotto le gambe. Fulmina la platea tenendo sulla fronte una pertica di circa un metro sulla quale sono attaccate delle tazzine dentro le quali va a infilare, una dopo l’altra, le cinque palline che giocola.
Riparte da Monte Carlo con il Clown d’Oro e una standing ovation nella serata di gala. E’ la prima volta che ad un giocoliere viene attribuita la statuetta d’Oro.
C’è chi lo considera il più grande giocoliere di tutti i tempi e lo mette sul piedistallo insieme ad un altro grandissimo come Enrico Rastelli. Di certo Anthony è il numero uno dei nostri giorni.

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