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Le marionette viventi di Leo Kondakov

Leo Kondakov al Milano Clown Festival (le fotografie del servizio sono di Stefania Ciocca)

Leo Kondakov e le sue marionette sono ospiti per la seconda volta consecutiva al Milano Clown Festival. Per questo 2012 il Festival ha presenziato anche al carnevale veneziano e per Leo Kondakov, di natali russi e trasferitosi in seguito a New York, è stata l’occasione per vivere il magico carnevale in laguna dalla parte degli artisti.
Leo Kondakov (San Pietroburgo, 1954) nasce come chimico, ma diventa attore di strada grazie alla sua vocazione, alla sua passione e alla sua abilità. Gira il mondo con il suo teatro portatile, ovvero un paio di valigie, una delle quali ha le sembianze di una vecchia radio, e una piccola famigliola di marionette dai volti facilmente ravvisabili poiché riproducono personaggi di fama mondiale o tipologie umane che tutti conosciamo e riconosciamo.
La sua primaria ispirazione, nonché immensa passione, è la musica senza particolari limiti e ciò lo si capisce chiaramente dai piccoli personaggi di legno che, uno a uno, emergono dall’inanimato per danzare a ritmo di famose note. E così il pubblico applaude Tina Turner, i Beatles, il re del pop Michael Jackson, i metallari Rammstein ma anche Luciano Pavarotti, Sibelius sino ad arrivare a personaggi come la Giapponese, la Gitana, il Violinista (molti di essi sono visibili sul canale Youtube “Leomarionette”). Leo possiede almeno cinquanta marionette alle quali si riferisce come fossero persone: “Non amo considerarle cose, per me sono come esseri viventi”. L’est dell’europa vanta un’antica tradizione nel teatro di figura composto da marionette e burattini ma purtroppo non è più così, “sono molto pochi i giovani che oggi vogliono dedicarsi a quest’arte; io ho scelto questa strada unicamente per infinita passione, ho imparato sia sperimentando da solo sia grazie all’aiuto di un bravo insegnante e grazie alla formazione su campo al teatro delle marionette di San Pietroburgo”.
Musicalmente l’Italia ha ispirato Leo Kondakov che ama molto il nostro paese, lo visita un paio di volte l’anno anche se non sempre è facile reperire i permessi per esibirsi in strada: “Lo scorso anno, grazie al Milano Clown Festival, sono riuscito a prolungare il mio permesso di esibizione per qualche giorno dopo la fine della manifestazione e mi sono esibito anche in Piazza del Duomo, se no le regole variano molto di città in città, ad esempio una cittadina nella quale mi sono trovato particolarmente a mio agio per muovermi ed esibirmi tra le vie è stata Genova”.
Venezia e il suo carnevale sono rimaste nel cuore di questo artista non solamente per la bellezza e la particolarità della festa, ma anche perché è proprio la Serenissima che ha dato vita ad un’altra serie di personaggi realizzati da Leo e particolarmente amati, ovvero quelli appartenenti alla commedia dell’arte: Pierrot, Arlecchino, Pantalone, Colombina sono tutti ruoli che Leo ha studiato e ha riversato in corpo di legno e anima di filo.

Il teatro da viaggio di Leo

Lui crea da sé i suoi show, pensa ai personaggi prendendoli a prestito dalla realtà e, a volte, sono gli stessi artisti che invitano Leo a renderli marionette, come nel caso del dipartimento dei pompieri di New York. Leo, con valigie e marionette al seguito, ha visitato tantissimi posti nel mondo, da New York a Praga, da Helsinki a Francoforte. Le sue marionette non sono state viste solamente da passanti e curiosi ma anche da bambini e malati presenti in orfanotrofi e ospedali, infatti Leo Kondakov spesso collabora con l’associazione del famoso Patch Adams.
Per la realizzazione pratica delle marionette Leo ha la fortuna di essere sposato proprio con un’artigiana di questa specialità per cui è lei che costruisce, intaglia e dipinge tutti i personaggi che poi Leo contribuisce a far vivere.
Il pubblico si diverte, applaude e tiene il ritmo, i bambini sono curiosi e fanno la fila per farsi fotografare insieme alle marionette di Leo. All’inizio dello spettacolo Leo si rivolge proprio a loro spiegando che avrà bisogno del loro aiuto perchè le sue marionette purtroppo non sono vive, necessitano del calore del pubblico per animarsi.
Ma in fondo non ci crede neppure lui, basta guardare solo come ne parla e come tratta i suoi cantanti e i suoi piccoli amici di legno.
Stefania Ciocca

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