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L’arte dell’ammaestramento

Il "marchio" Hagenbeck's

Carl Hagenbeck

L’uso della gabbia centrale e l’introduzione del metodo di addestramento “in dolcezza” sono legati al grande Carl Hagenbeck. Ovviamente, non si possono definire domatori “in ferocia” tutti quelli che precedettero Hagenback. Basti ricordare cosa disse Henri Martin, che può essere considerato il primo domatore dell’era moderna: “Mi si attribuiscono a torto dei segreti, dei mezzi straordinari. Viceversa mi limito a indovinare il carattere di ogni soggetto, a lusingare le passioni: concedo riposo al pigro, scherzo con chi scherza. Per ottenere questi risultati che vi stupiscono non occorre altro che coraggio, forza e un equilibrato giudizio”.

L’addestramento “in dolcezza” fa leva sull’intelligenza dell’animale per l’apprendimento degli esercizi voluti. In sostanza ci si comporta come se si avesse a che fare con animali non feroci e questo richiede prima di tutto la capacità di “ammansire”. L’ammaestratore assume il ruolo dominante nel gruppo pur senza far uso della forza. Comincia ad accudire gli animali sin da giovani, dà loro i pasti, li separa in caso di eventuali liti. Come in tutti i gruppi di animali ci saranno sicuramente quelli che presto o tardi minacceranno di sostituirsi all’ammaestratore “capo-branco” e sarà in questi casi che egli dovrà far uso dell’abilità per difendere la sua posizione all’interno del gruppo. Un ammaestratore attaccato e ferito non verrà più riconosciuto come “capo”, per questo le storie del circo raccontano di domatori che, benché feriti, hanno voluto terminare regolarmente il loro numero riuscendo così a mantenere la propria posizione dominante.

Oggi assistiamo a scene eccezionali di familiarità fra domatore e animale: baci, abbracci e strette di “mano”. Tutte cose che si possono ottenere solo con un estremo rapporto di fiducia dell’animale nei confronti dell’uomo.

L’arte dell’ammaestramento, praticata nell’antichità e poi abbandonata, fece conoscere gli animali feroci al grande pubblico, non solo come creature da ammirare e da temere ma come animali coi quali era possibile instaurare un rapporto. Fu un grosso stimolo alla conoscenza in un’epoca in cui non esistevano filmati né videocassette e fu la dimostrazione che nessun animale è veramente ostile all’uomo.

Carl Hagenbeck fu anche il primo ammaestratore a presentare insieme diverse specie (leoni, tigri, leopardi, orsi polari) superando non solo il problema del rapporto uomo-animale, ma anche fra specie sconosciute tra loro in natura.

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