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La vignetta di Giannelli: Matteo Renzi in versione Enrico Caroli

vignetta-giannelli-renzi-caroliEmilio Giannelli, arguto vignettista del Corriere della Sera, nel pieno della querelle sulle unioni civili ha pubblicato una vignetta che vede Matteo Renzi impegnato nella famosa prodezza acrobatica che per i conoscitori del circo ha un preciso copyright: è quella eseguita da Enrico Caroli. Che forse Giannelli conosceva già, perché la fotografia che ha fissato quel numero è famosissima, o forse si è rinfrescato la memoria grazie al servizio pubblicato sempre dal Corriere il 21 febbraio e dedicato a “Acrobati, clown e domatori. Dove si fermano i grandi del circo”, ovvero agli artisti che riposano nel cimitero di Bussolengo. Lì riposa anche Caroli, ricordato nella galleria fotografia dello stesso articolo con quella fotografia.
caroli-enricoNel circo Renzi sul quale Giannelli ironizza, il premier esegue un salto mortale pericoloso: la piroetta in corsa dal cavallo Cirinnà al cavallo Alfano. E alla fine è anche caduto bene, visto l’esito del voto al Senato di ieri.
Quella di Giannelli è una delle tante incursioni che la satira ha compiuto pescando a piene mani nel circo. Una testata storica come L’Asino di Gabriele Galantara ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia, con deputati, ministri, senatori, vescovi, cardinali, il presidente del consiglio (già all’epoca), il re ed il pontefice che indossavano a turno i panni del clown, del domatore, dell’equilibrista, del cavallerizzo, esibendosi sotto il tendone di Montecitorio e del Vaticano, come ha ben raccontato Emanuela Morganti nella sua tesi di laurea dedicata a L’Asino. Giolitti è più volte rappresentato in veste di domatore del popolo.
asino-divorzioSulla copertina di questo giornale satirico socialista e anticlericale, l’8 marzo 1903, la maggioranza di governo è una improbabile cavallerizza che deve saltare nel cerchio della legge sul divorzio e un clown schiocca la frusta delle elezioni generali. Il titolo é “la maggioranza alla difficile prova”. E sotto alla vignetta si legge: “Il pubblico aspetta ancora questo salto. Ma poiché la saltatrice è incapace di farlo, bisognerà mandarla a casa e scritturarne un’altra”. La storia cammina ma la satira (e pure l’Italia) è radicata in pochi e fondati leitmotiv.

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