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La carica dei 30 mila “allievi” del circo

In questa foto e nella home page, il Milano Clown Festival organizzato dalla scuola di arti circensi e teatrali di Maurizio Accattato

E’ un fenomeno esploso negli ultimi dieci anni, con qualche isolata avanguardia che ha aperto la strada in anticipo (ma non più di tre decenni fa) prendendo spunto da esperienze straniere che invece sono decisamente datate. La prima in assoluto ha preso forma negli States addirittura alla fine dell’800. Stiamo parlando delle scuole di piccolo circo, segnate da un’impronta amatoriale o professionale, di impostazione tradizionale o che seguono la filosofia del “nouveau cirque” di conio francese. Ma la stragrande maggioranza delle proposte che oggi si incontrano da nord a sud si rivolgono principalmente ad un pubblico di bambini e giovani che si dedicano alla giocolerie, all’acrobatica o alla clownerie così come ci si potrebbe avvicinare ai corsi di danza, di judo o karate. Per diletto e per passione, ma anche per modellare corpo e psiche secondo la pedagogia dell’arte circense, che gli esperti definiscono “educativa e formativa” per eccellenza.

L'Accademia di Verona

Circo.it comincia un viaggio fra le cosiddette scuole di piccolo circo, che sono anche la migliore testimonianza della vitalità e della enorme presa che il “più grande spettacolo del mondo” continua ad esercitare sulle nuove generazioni, anche su quelle dell’iPod. Ma lungo il percorso incontreremo pure realtà che sono veri e propri laboratori per artisti di circo a 18 carati, dalle quali sono usciti giovani promesse della pista che hanno già accumulato un “medagliere” da grandi campioni e che calcano le scene – non solo i tendoni – in Italia e un po’ in tutto il mondo. Il caso emblematico è sicuramente quello dell’Accademia d’Arte Circense attualmente operativa nella città di Verona nella quale si sono formati parecchi elementi che sono poi saliti sul podio del prestigioso festival internazionale del circo di Monte Carlo.
Di recente una tesi del corso di laurea magistrale in Scienze dello spettacolo, discussa da Francesca De Bernardi all’università di Milano, facoltà di lettere e filosofia (relatore prof. Alessandro Serena), ha sezionato in lungo e in largo “il circo per ragazzi in Italia, tra crescita e formazione”. La tesi contiene anche un censimento di ciò che si trova sulla piazza ed è a questo punto che si spalanca davanti agli occhi un mondo sconosciuto ai più ma che brulica attraverso corsi, stage, laboratori e workshop, nelle periferie o nei centri di sperduti paesi o grandi città. Secondo la tesi di laurea ci troveremmo di fronte a circa ottomila persone che in Italia seguono questi corsi, proposti e gestiti da una sessantina di soggetti diversi, mentre i fruitori hanno principalmente un’età compresa fra i 2 e i 18 anni. Va detto, però, che i numeri sono in costante aumento e quindi vanno continuamente aggiornati.
Secondo un altro osservatorio privilegiato, quello dell’associazione “Giocolieri e Dintorni” che ha istituito un registro di corsi e scuole di piccolo circo attive nello Stivale, la realtà sarebbe molto più estesa: “Il settore è in grande crescita in Italia, così come il numero di scuole, che abbiamo cominciato a monitorare nel 2003. Il numero preciso di queste realtà non è noto, perchè non c’è nessuno che abbia la capacità oggi di fare un monitoraggio capillare su scala nazionale”, spiega Adolfo Rossomando presidente dell’associazione. “Il nostro ‘registro delle scuole’ è un punto di riferimento per il networking di tutte le nuove realtà che si inseriscono nel settore per molte tesi ed articoli sul fenomeno, ma chiaramente non include tutte le realtà attive. Possiamo però dire che in Italia ci sono almeno 70-80 strutture nelle quali è possible iscrivere i propri figli a un corso annuale a frequenza settimanale di arti circensi, e molti altri centri, in un numero indefinito, dove è possibile approcciare le arti circensi all’interno di progetti e attività di vario genere e durata. Un nostro sondaggio del 2008 conduceva ad una proiezione di almeno 30 mila bambini e ragazzi coinvolti in Italia annualmente in attività di arti circensi con frequenza e durata variabile (da progetti settimanali a corsi annuali)”.
E nel mondo che consistenza ha questo arcipelago di micro o macro scuole d’arte circense? E’ ancora Adolfo Rossomando che ce lo spiega: “Per avere un’idea delle dimensioni del fenomeno a livello internazionale basti dire che European Youth Circus Organization riunisce 470 scuole e organizzazioni di circo, 2200 insegnanti e 550 mila persone che praticano le arti circensi”. I confini delle scuole di “youth circus” – definizione che piace molto di più fra gli addetti ai lavori perché quella di “piccolo circo” suona un po’ riduttiva per descrivere lo stato di fatto caratterizzato, puntualizza Rossomando, da “strutture ben attrezzate, corsi tenuti da buoni insegnanti, e praticanti che cominciano anche a produrre buoni numeri” – si sono già fatti planetari. Per non parlare delle tante associazioni di settore nate ovunque: dagli Usa (Ayco) al Sud America dove hanno preso piede varie reti nazionali di circo sociale, anche questa una galassia tutta da esplorare che ha in Italia una vetrina di primissimo piano nel Circo della pace di Bagnacavallo, in provincia di Ravenna. E la stessa Federazione Europea delle Scuole Professionali di Circo dedica semre maggiore attenzione e risorse anche allo sviluppo di corsi amatorali per bambini e ragazzi.
“Non mi sorprenderei se l’utenza raggiungesse ormai numeri a sette cifre su scala mondiale”, dice Rossomando.
E per tornare in Italia, è nata qualche mese fa (esattamente lo scorso gennaio) la Fisac, Federazione Italiana delle Scuole di Arti Circensi, che raccoglie entrambi i generi: sia quelle che offrono un approccio ludico alle discipline del circo e sia quelle professionali. Fisac è presieduta da Paolo Stratta (direttore della scuola Cirko Vertigo di Grugliasco), mentre il vicepresidente è Matteo Lo Prete, direttore della torinese Circo Flic. La Federazione punta a rappresentare e regolamentare tutto questo mondo (in buona parte spuntato all’insegna della improvvisazione e della passione per un determinato genere artistico) anche nei confronti delle istituzioni, ottenendo il riconoscimento della professione di artista del circo e quella connessa di insegnante di arti circensi. Tra le priorità della Fisac ci sono “la contrattazione nazionale di un’assicurazione contro gli infortuni inerenti la pratica delle arti circensi e la creazione di corsi di formazione per formatori, organizzando percorsi formativi per insegnanti ed istruttori di circo, così da effettuare un aggiornamento continuo dei professionisti del settore”. Ma anche la definizione degli standard di sicurezza che dovranno essere rispettati da tutti coloro che vogliono organizzare corsi di circo, sia a livello professionale sia ludico-amatoriale.
1- continua

Claudio Monti

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