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Janet

“Mi chiamo Alessia Avolio, ho 17 anni, sono nata e vivo in provincia di Venezia. Provengo da una famiglia circense. Sono una studentessa dell’istituto San Luigi a San Donà di Piave ed ho la passione per la scrittura. Il mio tempo libero è dedicato a letture di ogni genere”. Brevi note per descriversi. Alessia Avolio è l’autrice del racconto Janet che si aggiunge a quelli pervenuti al concorso Letteralmente Circo.

Janet

Una ragazza. Figlia del direttore del circo. Janet, così si chiamava la giovane freak. Il suo dono? Una coda e due orecchie. Una mezza lupa. Il padre la usava come attrazione principale del suo circo. La esibiva in una gabbia. Janet odiava suo padre, non le piaceva essere usata. Durante gli spettacoli, Marcus, si ostinava a prendere in giro le sue differenze fisiologiche. Tutti ridevano. Allo zoo, i bambini le tiravano orecchie e la coda, lei urlava, Marcus la colpiva ripetutamente per zittirla. Le lacrime le rigavano il viso. Janet cercava una via di fuga. La gabbia però era completamente sigillata. La chiave era legata alla cintura di Marcus. Così le venne un’idea.

La sera, mentre Marcus riordinava le cose attorno alla gabbia, lei avrebbe tentato di prendergli le chiavi con l’aiuto della sua coda. Il fallimento però la sommerse. Così chiese aiuto alla madre, freak anche lei. La donna di nome Nancy, è la donna barbuta. Spendeva tanti soldi in schiuma e lamette, ma la barba le ricresceva dopo pochi secondi.

La notte dopo, mentre lei e il marito erano a letto, Nancy si impigliò. La chiave si incastrò nella barba della donna e lei strattonando qua e la le sciolse dalla cordicina legata alla cintura del marito.

Un giorno, aiutata da sua madre, Janet riesce a fuggire dalla gabbia. Dal circo. Lontano da suo padre, da quell’uomo che spera di non rivedere mai più. Arrivando in paese, cerca un luogo dove dormire. Non ha soldi con se e nessun hotel è disposto ad aiutarla. La giovane, triste, viaggia per le strade del piccolo centro. Un ragazzo, una sorta di Oliver Twist, si scontra con lei mentre scappa da un negozio. Un uomo grida alle sue spalle, ma vista la larghezza del suo bacino e la fatica che avrebbe sprecato, insieme alle energie, decide di non seguire Oliver. Dopo tutto è solo un ragazzo. I due cadono entrambi a terra. Il giovane perde frutta dalle tasche della giacca. Un piccolo ladruncolo. Si alza ed aiuta Janet, poi le rivela il suo nome. Night. La giovane freak rimane affascinata da quel nome, ed altrettanto affascinata da quel ladro di cibo. La invita a casa sua. Una casa vecchi e pericolante. Janet terrorizzata da quella casa, torna a suo padre con la mente. Night le spiega che vive lì da molto, che non deve preoccuparsi.

La freak va in giro con un mantellino che ne copre tutto il corpo fino ai piedi, con un cappuccio, adagiato sulla sua testa. Night le cede il suo letto mentre lui si addormenta sul pavimento ormai inesistente.

La mattina seguente, Janet sente pizzicare le orecchie. Apre gli occhi e si rende conto che Night ne sta toccando le punte. Affascinato, ma non troppo da quella differenza.

La sua mantella è a terra, non le ricopre più il capo, né il resto. Si guarda la coda spaventata, e Night le sorride. Janet si copre il viso e inizia a singhiozzare. Il ragazzo capisce di aver sbagliato in quel gesto. Scosta le coperte e si sistema vicino a Janet. La chiama per nome, lei si gira e Night la bacia.

Tenta di scusarsi con lei. Ma soprattutto è attratto da lei, da quelle sue orecchie pelose, da quella sua coda ispida. Janet si sente in paradiso, ma nello stesso momento, le sembra che Night abbia qualcosa di strano. Quando si dividono, Night le mostra la lingua. Biforcuta e lunga, come quella di un serpente.

Night è un freak come lei. Janet si sente compresa. Sorride e lo bacia dolcemente sulla guancia sinistra. Le spiega che, dopo la scoperta di quel dono che i suoi genitori, però, ritenevano un “difetto”, ha abbandonato la sua casa, per non rischiare la morte.

Il padre di Night era un cacciatore. Odiava tutti gli animali. Night in quel momento era considerato dalla sua famiglia come un animale.

Il giorno che coronava quella scoperta, Duncan il padre di Night era corso nel fortino dove teneva tutti gli attrezzi e non solo.

Night aveva capito che di lì a poco avrebbe potuto lasciarci le penne. Nel suo caso, lasciarci le squame. Aveva così deciso di fuggire. Il padre tornando indietro, non trovandolo, aveva incolpato la madre e l’aveva spedita nell’aldilà con uno sparo dritto al cuore.

Night, era stato spettatore dell’assassinio della madre, non voleva fare la sua stessa fine. Fuggì nel bosco e giorno dopo giorno, finì nel paesino, dove viveva e rubava tutt’ora, solo per sopravvivere.

Il pomeriggio, durante la scorrazzata in paese, Janet viene strattonata da un uomo, che scopre essere suo padre. Si dimena, ma senza riuscire a liberarsi. Night, fiutando il pericolo, lo colpisce allo stomaco. Sibila, come se volesse attaccarlo. Il padre di Janet preso dalla paura, svuota le sue tasche di tutto il denaro che possiede e lo mette fra le mani della figlia. Questa lo ringrazia e lo informa che oltre al denaro vuole il suo circo. Il padre inizialmente declina la richiesta, ma in seguito, dopo aver guardato Night sibilare nuovamente, decide di cedere il circo alla figlia.

– Vattene ora, e non tornare mai più!

Marcus fugge disperato e non fa più ritorno al suo vecchio circo.

Janet torna al circo, porta con sé anche Night. Loro sono le attrazioni principali, ma questa volta, Janet non è più costretta in una gabbia, ma è libera di vivere. Libera di passare il resto della sua vita con Night, il suo unico e grande amore.

Qualche anno dopo, Janet e Night hanno due figli. Day e Jackson. Due giovani freak. Due serpenti con le orecchie pelose e la coda ispida.

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