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Io Donna… sotto il tendone/3

di Giusi Ferré
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GIOCOLIERI, FUNAMBOLI, CLOWN, domatori, trapezisti che sembrano volare: il circo è un universo magico anche quando diventa così piccolo da entrare in una vetrina. Come si è ingegnato a fare Vuitton, salutando il 2012 con un allestimento che rimanda alle origini della Maison. Fornitrice nel 1911 dei bauli da viaggio delmimo Kita, che l’artista portava con sé anche sulla ribalta, come nel 1922 del baule destinato al numero di scena del pony del circo Rancy, che aveva sede proprio vicino alla proprietà dei Vuitton.
Per non parlare della sfida lanciata ufficialmente a Houdini, il più prodigioso dei maghi: sarebbe mai riuscito a liberarsi da un inviolabile cassa Vuitton, chiusa dalla serratura brevettata a cinque scanalature? Houdini accettò la sfida, ma non si sa se abbia mantenuto la promessa, forse scoraggiato dalla solidità dell’oggetto in questione.
Meravigliato e meraviglioso, il legame tra la moda e il circo ha un’impronta tutta francese, che sottolinea la differenza dalla tradizione circense italiana. Perché la storica arena del Cirque d’Hiver a Parigi era un luogo di incontro e di poesia, di esercizi d’abilità, di cavalli ammaestrati e cani sapienti, di splendori improvvisi sui pallori notturni di equilibriste, che si esibivano su un filo teso magari a venti centimetri da terra, ma muovendo lievi ali di tulle. Luogo di mondanità, era frequentato da artisti come Max Jacob, Jean Cocteau, Pablo Picasso, che nei suoi grandi fondi per il teatro alla tauromachia alternava il circo. Il gruppo degli amici di Coco Chanel, insomma, che trasformò quei fuggevoli splendori in stelle e comete di brillanti per adornare abiti e capelli. Mentre Elsa Schiaparelli nel 1938 realizzò giacche e vestiti che si ispiravano, con i loro ricami, a quella atmosfera fantastica.
Sarà poi Kenzo, nel 1978-79, a dedicare una collezione al circo e a sceglierlo poi come ambientazione per il suo addio alla moda. Jean Paul Gaultier, il più parigino degli stilisti, a questa eccitante atmosfera ha dedicato almeno due collezioni, portando quella del 2007, Sarabande, addirittura al Cirque d’Hiver. Lo spagnolo Desigual lo scorso giugno per il suo show ha collaborato con le Cirque du Soleil, il più conosciuto delmomento. Abituati a una visione felliniana di eccentricità e dismisura, ma anche di povertà e rifiuto sociale alla Zampanò, il protagonista di La strada, la moda italiana ha inseguito invece altri sogni, altre fantasie. Perché non si sfugge alla propria storia. Anche a quella che sembra minore.
Io Donna
28 gennaio 2012

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