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In Piazza Montecitorio lunedì 30 ottobre

Ci vorrebbe Marcel Proust a sondare le menti delle e degli onorevoli che nella discussione alla Camera del Ddl n. 4652 – “Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino dello spettacolo” – hanno messo la loro firma agli emendamenti contro il Circo, la sua gente, le sue tradizioni già duramente colpite dalla norma passata al Senato che prevede la “revisione delle disposizioni nei settori delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti, specificamente finalizzata al graduale superamento dell’utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse”.

Anzitutto un record: su 120 emendamenti presentati al provvedimento che riguarda tutto lo spettacolo dal vivo (musica di ogni tipologia, teatro, danza, circo e spettacolo viaggiante) nonché i carnevali e le rievocazioni storiche, 24 (il 20%) sono mirati al Circo, cinque per rendere meno cogente la dizione del Senato, ben 19 per sostituirla con norme peggiorative.

Sono tutte donne le prime firmatarie delle 19 proposte che tendono ad azzerare l’esistenza del Circo italiano. Chiara Gagnarli, eletta nella circoscrizione XII Toscana e Chiara Di Benedetto eletta nella circoscrizione XXIV Sicilia, entrambe per il Movimento 5 Stelle; Marisa Nicchi eletta nella circoscrizione XII Toscana per il Movimento Democratico Progressista e Beatrice Brignone eletta nella circoscrizione XIV Marche per Sinistra Ecologia e Libertà. I toni più fanatici sono quelli del partito capitanato dal comico Beppe Grillo, che non da oggi annusa le battaglie che regalano visibilità mediatica e ci si tuffa a pesce.

I contenuti degli emendamenti “contro” sono diversificati: si va dal ripristino della “eliminazione” e della “riduzione” entro due, tre, cinque anni, alla sostituzione degli animali con gli artisti umani, implicitamente confermando che gli animali sono artisti del circo. Si prevede un articolo specificatamente destinato al circo ed allo spettacolo viaggiante, ma solo per indicare tempi, procedure per la eliminazione degli animali e, nelle more, il divieto di acquisizione e passaggi di animali da un circo all’altro, con relative norme penali ed ammende amministrative.

Questo articolo ad hoc si intitola “disciplina per il riordino delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti” ma in realtà estende i divieti “a tutte le imprese circensi e dello spettacolo” .
A difendere il circo in Commissione, l’onorevole Bruno Murgia, eletto nella XXVI circoscrizione Sardegna per Fratelli d’Italia- Alleanza Nazionale che ha presentato emendamenti per rendere in prospettiva meno immediata l’applicazione della norma per il “superamento”, nonché per riproporre all’attenzione il grave problema del plateatico.

Se questo è quanto sta accadendo nel palazzo di Montecitorio, all’esterno continua la pressione della lobby animalista, con la Lav che tenta di ampliare l’allarme sociale attorno al circo riciclando dati, scientificamente inutilizzabili, sugli incidenti che sarebbero avvenuti nei circhi. Una operazione tanto più ridicola se si considera il silenzio di tomba delle sigle animaliste di fronte alla vera emergenza sociale in atto da anni nel nostro Paese: gli incidenti domestici mortali provocati dai cani che convivono con l’uomo.

Il circo italiano, in tutte le sue componenti, si è battuto come un gigante e ad armi impari – rispetto al fronte animalista che dispone di mezzi economici, politici e mediatici soverchianti rispetto al circo – per contrastare una previsione normativa (l’eliminazione degli animali dai circhi) non suffragata scientificamente, culturalmente ed economicamente. Una pazzia figlia della idiozia imperante (corroborata purtroppo da una stampa asservita alle lobby e che alla capacità di documentare la realtà ha spesso sostituto i luoghi comuni e il “politicamente corretto”): si vorrebbero “salvare” 1500 animali, in maggioranza non esotici, cioè cavalli e specie considerate domestiche che in Italia vengono impiegati in decine di attività ludiche, sportive, ricreative, e far morire di fame ottomila esseri umani che trovano nel circo la loro ragione di vita e di sostentamento. Salvarli da chi e da cosa, poi, visto che nel circo sono nati, cresciuti e accuditi e ricevono quotidianamente le attenzioni di ammaestratori e veterinari competenti?

Per queste ragioni, il circo italiano non è assolutamente soddisfatto. Continuerà a gridarlo in ogni sede, anche davanti a quella che sta decidendo il futuro della gente del circo e di una forma di spettacolo che il popolo ama profondamente. Lunedì 30 ottobre, con inizio alle ore 15, torneremo davanti a Montecitorio con una manifestazione popolare in difesa del circo, da sempre formato da artisti umani e animali.
Col voto della Camera si chiude una battaglia, che ci è costata lacrime e sangue, e si apre la guerra. Ora è chiaro chi sono i nemici del circo, e siccome l’Italia si appresta ad un voto importantissimo per il rinnovo del Parlamento, la gente del circo farà la propria parte, e anche di più, per far sì che chi ci combatte come rifiuti della società e figli di un dio minore, resti fuori dalla Camera e dal Senato.

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