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Il circo si mobilita per gli elefanti minacciati di eutanasia

Gli elefanti condannati a morte. Le foto (AFP/JEFF PACHOUD) sono pubblicate da Le Monde

C’è anche una richiesta di grazia al presidente della Repubblica François Hollande per fare in modo che l’eutanasia non diventi la condanna a morte per Baby e Nepal, due elefanti che le autorità francesi ritengono malati di tubercolosi e pertanto sotto minaccia di eutanasia. La storia sta catalizzando e toccando i sentimenti più profondi dei francesi e il primo che si oppone con tutte le proprie forze al “decreto” di messa a morte dei due pachidermi è Gilbert Edelstein, direttore del circo Pinder, al quale appartengono. Anche tutta la stampa francese si sta occupando del caso e racconta nei minimi dettagli quello che sta succedendo. “Mobilitazione per gli elefanti minacciati di eutanasia a Lione”, titolava ieri Le Monde un lunghissimo servizio di Catherine Vincent.
La prefettura di Rhône si era già espressa senza lasciare margini: l’11 dicembre aveva dato indicazione di procedere con l’eutanasia, ma a quel punto il circo Pinder ha presentato ricorso al tribunale amministrativo di Lione per salvare le vite di Baby e Nepal, dal 1999 al circo Pinder e che vivono nel Parc de la Tête d’Or (Parco della Testa d’Oro) situato appunto nel sesto arrondissement municipale. Sono molti gli aspetti controversi, a cominciare dalla certezza che Baby (42 anni) e Nepal (43 anni) siano davvero affetti dal virus della tubercolosi, che si può trasmettere dagli animali all’uomo e viceversa. “I test che sono a mia conoscenza non risultano sufficienti per conoscere la stato sanitario dei due elefanti”, dichiara il veterinario del circo Pinder, Florence Ollivet-Courtois. Non a caso la stampa francese titola: “Baby e Nepal hanno la tubercolosi?”
I primi sospetti sulla loro malattia risalgono al 2010, nel 2011 “considerati i risultati positivi degli esami sierologici”, il servizio pubblico veterinario ha disposto che gli elefanti fossero sottratti al contatto col pubblico.
Nel frattempo Gilbert Edelstein ha sempre sostenuto che i due elefanti si trovino in “buona salute”. Accade poi che nell’agosto scorso muoia un elefante al parco della Testa d’Oro e l’autopsia riveli che Java, questo il nome dell’elefante deceduto, sia portatore di un ceppo del batterio della tubercolosi. Ma questo viene reso noto l’11 dicembre scorso e non si comprende perché con così tanto ritardo. Sta di fatto che, a quel punto, tutto si accelera e la prefettura di Lione chiede che si passi all’eutanasia entro trenta giorni di tempo. La data viene stabilita per il 17 dicembre, ma scatta – come si è detto – il ricorso al tribunale. Il prefetto sospende temporaneamente, in accordo col ministero dell’agricoltura, la decisione di procedere con l’eutanasia, proprio per permettere al circo di depositare il ricorso.

Mobilitate a fianco del circo Pinder anche le organizzazioni per la difesa degli animali

Come si capisce bene, anche le autorità si stanno muovendo con molta cautela e senza forzature. Ma tutti sono convinti di una cosa: il punto centrale resta quello di appurare la reale malattia dei due elefanti e ad oggi il circo non ha in mano nessun documento scientifico che attesti la tubercolosi. Rischiano l’eutanasia per una “presunta tubercolosi”. “Gli esami effettuati nel 2010 hanno dato tre risultati positivi, due mesi più tardi cinque test sono risultati negativi. Ma dal 2010 non sono stati condotti ulteriori esami da parte delle autorità e gli elefanti non hanno dato nessuna manifestazione clinica della malattia”, ha detto l’avvocato in tribunale.
Altro punto controverso: la prefettura sostiene che non sia possibile nessun trattamento curativo per gli animali, ma che occorra abbatterli. “Non è vero”, risponde il circo e l’equipe di legali specializzati nella materia che lo sta assistendo. “Secondo le stime, dal 13 al 25% degli elefanti in Asia sono portatori del bacillo della tubercolosi e le cure con antibiotici vengono sistematicamente praticate su di loro, anche se è vero che i risultati non sono sempre positivi”. A fianco del circo si stanno battendo anche le associazioni di protezione animale che bollano come “crudele e illegale” l’eutanasia per Baby e Nepal e chiedono che vengano messi in atto gli interventi sanitari del caso. Lunga vita a Baby e Nepal.

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