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Circo Arbell, le radici in un nome

Un’insegna storica del panorama circense italiano è sicuramente il circo Arbell, fondato nel 1920 circa dal “fermo” palestrante Armando Bellucci. Complesso che nel tempo ha resistito alle lusinghe delle false insegne e che è giunto fino ai giorni nostri grazie alla figlia di Armando, Anita che, insieme al marito Gilberto Canestrelli, ha continuato, pur tra mille difficoltà, a dar vita al proprio circo di famiglia: Il Gran Circo Internazionale Arbell.

Lo chapiteau del circo Arbell

Lo chapiteau del circo Arbell

Oggi, dopo la morte di Anita e Gilberto, il complesso ha preso il nome di Circo Italiano Arbell. Proseguono il lavoro dei propri genitori Giulietta ed Armando, quest’ultimo da molti anni consigliere dell’Enc. La primogenita è sposata con Paolo Gravagna e dalla loro unione è nato Francesco, detto Gigio, mentre il fratello Armando è sposato con Fatima Correio ed i propri figli Osvaldo, Jennifer, Rossella e Vanessa sono parte integrante dello spettacolo.
Ricordiamo che Osvaldo, Anita e Jennifer si sono diplomati all’Accademia del Circo di Cesenatico, grande fucina di talenti che vanno a raccogliere allori all’estero o rimangono in famiglia alzando dal punto di vista artistico il livello della propria impresa.
I giovani Canestrelli ai pattini a rotelle

I giovani Canestrelli ai pattini a rotelle

L’Arbell si presenta con uno chapiteau di colore bianco e celeste, con i mezzi dello stesso colore del tendone, ma ciò che colpisce è l’atmosfera che si respira entrando nel circo. Balza subito agli occhi degli spettatori la barriera blu con la scritta dorata Arbell, le gradinate dotate tutte di poltroncine, anziché di classiche tavole in legno, l’ordine e la pulizia. Lo spettacolo Dove la realtà fa sognare pensato per la stagione 2013/2014, inizia con le Girl Arbell in un quadro stile Broadway, un tributo alla grande rivista. Si prosegue con il clown Roni Zorzan con una ripresa con la zebra. A lui è affidato il ruolo di far divertire gli spettatori. La compagnia si è arricchita della presenza della Famiglia Zorzan che è presente anche con un numero di diablo presentato dal giovane Michael e con il taxi comico interpretato da Natasha e Roni nel finale dello spettacolo.
Dana Biasini nel numero di equilibrismo sulla scala

Dana Biasini nel numero di equilibrismo sulla scala

La giocoleria è portata in pista dalle Canestrelli sisters, Jennifer e Rossella, che si esibiscono con delle routine interessanti con clave, cerchi e torce infuocate. Un’altra donna, Dana Biasini, che con le nozze con Francesco Gravagna è entrata a far parte della grande famiglia Arbell, presenta il classico numero di equilibrismo con la spada sulla scala e una performance di antipodismo.
Per le feste di Natale il circo si è avvalso delle prestazioni artistiche della rumena Dana Nedelcu che ha presentato un numero con le bolle di sapone ed un numero di fachirismo con serpenti.
Dana Nedelcu

Dana Nedelcu

La più piccola della famiglia, Vanessa, oltre che fare parte del corpo di ballo, presenta un numero di cinghie aeree. La bravura e la versatilità di Osvaldo e delle sue sorelle permettono loro di presentare un gradevole e veloce numero di pattinaggio acrobatico. Del numero faceva parte anche Anita, prima che convolasse a nozze con Danilo Dell’Acqua e lo seguisse al Circo Acquatico Dell’Acqua.
Nella seconda parte dello spettacolo spicca la parata di animali esotici presentata dall’impeccabile Francesco “Gigio” Gravagna con cammelli, lama, watussi, struzzi, mucche scozzesi, pony e caprette, in un quadro molto divertente. Così come il secondo numero aereo delle sorelle Canestrelli, questa volta con i cerchi, in un crescendo di emozioni.
Armando Canestrelli

Armando Canestrelli

La parata finale è accompagnata dalle note della bellissima canzone I will follow him cantata da tutti gli artisti e dal corpo di ballo conclude due ore di spettacolo al cento per cento di circo tradizionale. Mentre gli spettatori applaudono soddisfatti, il cronista pensa a quanto lavoro, sacrificio e dedizione ci siano dietro realtà come queste nel panorama italiano.
Alessandro Grasso

L’articolo compare sulla rivista Circo, marzo 2014.

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