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Circhi e benessere animale sono compatibili, anzi l’esperienza dice che…

Valeria Valeriu in alcune immagini che la ritraggono con i suoi animali e al lavoro in pista

Fra agosto e settembre ha analizzato in maniera approfondita tutti gli animali di un circo, esattamente quelli della famiglia Valeriu, in passato con il Miranda Orfei, poi in attività con una propria arena (“la favola siamo noi”) e attualmente con la famiglia Martini. Si chiama Raffaella Cocco è esperta in comportamento animale e docente nella scuola di dottorato sul benessere animale dell’università di Sassari, facoltà di medicina veterinaria, un centro all’avanguardia in questo campo.

L'esperta. Raffaella Cocco

Quindi lei è uno di quegli esperti che appena vede un animale è in grado di capire se sta bene o male?
No – risponde con un lungo sorriso la docente – questa sarebbe magia. Ci sono dei parametri comportamentali per capire in che condizioni si trovano gli animali…
A lei è venuto giustamente da ridere dopo aver ascoltato la mia domanda ma in fondo non è così ridicola… E sa perché gliel’ho posta?
No…
Perché si ascoltano o si leggono di frequente dichiarazioni di animalisti i quali sostengono, magari dopo aver sbirciato sotto ad un tendone per qualche minuto e aver visto il modo in cui si muove un animale, che è sicuramente affetto da stress, ha subito violenze e così via. Dicono: quell’animale ha un comportamento stereotipato.
In realtà bisogna fare qualcosa di più approfondito che osservare dall’esterno un animale per un breve periodo per affermare qualcosa di fondato sul suo benessere. Ci sono parametri comportamentali che possono indicare qualcosa, che però non sono mai sicuri né in positivo e né in negativo. Ci sono animali che non manifestano nessun segno comportamentale e poi andando ad analizzare altri parametri metabolici si vede che sono soggetti a stress. Quindi c’è la necessità sia di una valutazione comportamentale sia di ponderare altri parametri.
Veniamo alla “verifica” che avete svolto sugli animali della famiglia Valeriu. Come è scaturita?
E’ un tema che mi interessa molto quello degli animali che lavorano, quindi anche dei cani terapeuti, quelli da caccia, ricerca, ecc., così come seguo molto da vicino anche l’aspetto della formazione-preparazione. Dalla mia esperienza e dagli studi fatti, emerge che la locazione, il luogo e lo spazio in cui vive l’animale, è importante ma in minima parte. E’ molto più importante la gestione, la noia, la sottostimolazione, la mancanza di gratificazioni, la paura …. Si è visto che tutti questi elementi possono influire molto di più sull’animale che una gabbia piccola. Così ho deciso di andare a vedere ed ho incontrato la completa disponibilità da parte dei proprietari degli animali.
E come ha trovato gli animali della famiglia Valeriu, qual è stato il primo impatto?
Positivo. Osservandoli dal punto di vista comportamentale si è visto che gli animali non mostravano alcun segno di stress. Poi siamo andati a valutare altri parametri: il profilo metabolico completo, quindi la funzionalità epatica, renale e pancreatica, l’attività muscolare, surrenalica e lo stress ossidativo, un parametro molto importante.

L'arena della famiglia Valeriu

Può spiegarci in termini comprensibili a tutti di cosa si tratta?
Lo stress ossidativo può derivare da un esercizio fisico esagerato rispetto alle possibilità, da una alimentazione inadeguata rispetto al tipo di vita, da alcune patologie croniche. E’ importante precisare che lo stress ossidativo porta anche ad una diminuzione delle capacità di difesa dell’organismo, alla morte neuronale, insomma, ci sono tutta una serie di conseguenze a cascata che derivano dallo stress ossidativo.
E gli animali analizzati come li avete trovati da questo punto di vista?
Con parametri buoni, quindi una corretta alimentazione, corretta gestione… Ci siamo fermati ad osservare gli animali sia durante tutta la giornata, anche quando lavoravano, sia durante la notte.
Quindi avrete visto che Valeria Valeriu vive praticamente con leoni e canguri nella roulotte.
Infatti, pensi che abbiamo fatto i prelievi ai leoni da svegli, cosa che non facciamo mai. Questo è un segno della grande fiducia che quegli animali hanno nell’uomo. Da diversi anni lavoro su questi temi e quello che ho potuto vedere anche nei cani è che la relazione uomo-animale è alla base del benessere, quindi la formazione dell’animale può cambiare completamente la qualità della sua vita.

Il canguro sul divano: una scena abituale in casa, pardon roulotte, Valeriu

Quali altre analisi avete svolto?
Tutte quelle di ordine sanitario, compresa la verifica di alcune patologie che gli animali avrebbero potuto aver contratto durante la loro permanenza in Sardegna, quindi parassiti ed altro.
Cioè dove si trovava il circo al momento in cui avete svolto le analisi…
Esattamente.
Una conseguenza che mi viene da trarre dopo averla ascoltata è che in linea di principio sembra non esistere una incompatibilità fra animali e vita nei circhi, ma tutto sta a vedere come vivono nell’ambiente in cui si trovano. E’ corretto?
Assolutamente sì e il caso degli animali della famiglia Valeriu lo dimostra.
Lei che consigli darebbe ai circensi per assicurare il benessere dei loro animali? Si può stilare una sorta di vademecum?
Si, anche se occorrerebbe un po’ di tempo per farlo.
I circhi italiani sarebbero sicuramente felici di ricevere da lei un aiuto in tal senso, e dunque se lei vorrà farlo anche in futuro, incontrerà solo dei ringraziamenti.
Ci posso pensare, avviare una collaborazione coi circhi sui temi di cui mi occupo per ragioni scientifiche anche per me e per l’università di Sassari sarebbe interessante. Noi siamo a disposizione.
Cominciamo allora da qualche piccola pillola di vademecum in attesa di poterne stilare uno completo.
Sicuramente la stimolazione è uno degli aspetti più importanti. Per gli animali dei Valeriu ho notato che sia durante l’allenamento dei leoni e sia quando vanno a pulire anche tutti gli altri animali, si crea sempre una interazione con l’animale, si cerca sempre di coinvolgerlo, di fargli fare qualcosa. Quegli animali sono sempre ben stimolati, non hanno mai un ruolo passivo. E’ risaputo, e lo si è visto anche lavorando sui problemi comportamentali nei cani, legati soprattutto all’aggressività, che alla base c’è la mancanza di esperienze, l’incapacità di avere delle nozioni di vita che permettano all’animale di ambientarsi e adattarsi all’interno del gruppo sociale nel quale si trova. Negli animali dei Valeriu l’adattamento è invece particolarmente evidente: siamo in presenza di un gruppo sociale nel quale tutti hanno un ruolo e si conoscono l’uno con l’altro.
Nel corso dei suoi studi e delle verifiche sul campo si sarà imbattuta anche in animali che vivono negli zoo o che vengono utilizzati dalle varie forze dell’ordine, come li ha trovati? Si può fare un confronto con quelli che ha visto dai Valeriu?
Si, si può fare, ma ovviamente il mio confronto è con gli animali che ho analizzato dai Valeriu, perché mi è capitato di vedere delle differenze all’interno dei circhi, in altre situazioni ho visto anche animali che marcavano un disagio. Credo quindi che per i circhi sarebbe corretto dotarsi di una sorta di certificazione di qualità, anche per valorizzare chi si comporta bene e per evitare che vengano trattati tutti nella stessa maniera, che è sommamente ingiusto. Comunque per quanto riguarda i cani delle forze dell’ordine, anche per loro il discorso è sempre la stimolazione e la formazione. Mi sono imbattuta in diverse situazioni nelle quali lo stress era estremamente alto, anche al di sopra di quella che può essere la sopportazione di un animale, assolutamente al di fuori della capacità di adattamento.
Dovuto a cosa nella fattispecie dei “cani poliziotto”?
Ad una formazione molto riduttiva. Ad esempio gli vengono fatte fare delle cose ma l’animale non capisce cosa sta facendo, infatti molti di questi cani vanno incontro anche a problemi comportamentali importanti e smettono di lavorare in età giovane, 7-8 anni.
Negli zoo invece che situazioni ha riscontrato?
Anche li il discorso è sempre la stimolazione…
E dunque per questo alcuni zoo hanno introdotto esercizi e stimolazioni che somigliano molto a quelli che vengono attuati per gli animali dei circhi?
Sì, perché arricchimento ambientale e stimolazione sono fondamentali per qualunque animale e fanno la differenza.
Claudio Monti

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