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Buccioni al sindaco di Roma: “Ecco perché gli animalisti fanno lobbying”

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino

In data odierna il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, ha inviato al sindaco di Roma, prof. Ignazio Marino, a tutti gli assessori, al presidente della Assemblea Capitolina e a tutti i Gruppi Consiliari della Assemblea Capitolina, la seguente lettera. Risponde alla richiesta di alcune associazioni animaliste per ottenere dal Comune di Roma “l’adozione di un nuovo, specifico regolamento che imponga il rispetto delle normative esistenti su fauna esotica e selvatica e non solo”. In base a questa presa di posizione, Repubblica.it ha titolato: “Al circo più controlli per fermare i maltrattamenti”.

“La scrivente Associazione di Categoria Ente Nazionale Circhi (aderente all’AGIS – Associazione Generale Italiana Spettacolo), che da statuto coordina, rappresenta e tutela i circhi italiani, apprende dagli organi di stampa che alcune associazioni animaliste hanno chiesto al Comune di Roma l’adozione di un nuovo Regolamento che “imponga il rispetto delle normative esistenti” in materia di circhi e animali.

A rigor di logica la richiesta non trova giustificazione. L’iniziativa non è altro che l’ennesimo atto di lobbying, che non poggia né su ragioni di ordine normativo e nemmeno di semplice buon senso.

E’ perfino superfluo evidenziare che una normativa nazionale esiste, con tanto di riferimento alle cosiddette specie pericolose, che le Linee Guida Cites (alle quali si richiamano le associazioni animaliste) sono un dato di fatto già da molti anni, ed anche ad esse già si attengono le verifiche compiute dai competenti Servizi Veterinari Asl sugli animali dei circhi. Inoltre la norma di fonte superiore risulta dirimente rispetto a quella di fonte inferiore e dunque cosa di nuovo aggiungerebbe un ulteriore Regolamento comunale?
Nemmeno la giurisprudenza in materia fornisce appigli alla ideologia animalista.
Il Tar del Piemonte, accogliendo il ricorso presentato da due circhi e cancellando il divieto agli spettacoli con animali introdotto da un Comune di quella regione, nel giugno del 2013 ha inequivocabilmente chiarito che dalle Linee Guida Cites non può essere fatto discendere alcun ostacolo alla attività dei circhi con animali.

Il presidente Enc, Antonio Buccioni, con Cicero

Il presidente Enc, Antonio Buccioni, con Cicero

I circhi sono sottoposti a controlli stringenti e frequenti (ad ogni cambio di città, quindi di media ogni 4-7 giorni), risultando l’attività con la presenza di animali più vigilata in assoluto. Ecco perché da anni andiamo ripetendo che lo zelo che le associazioni animaliste rivolgono ai circhi meriterebbe miglior causa. Gli animali che vivono nei circhi attualmente non superano le 2000 unità, mentre il numero degli esemplari (domestici e non) che si interfacciano con l’uomo, intesi come cani e gatti o specie esotiche che vivono negli appartamenti, i cavalli che gareggiano negli ippodromi, quelli che crescono negli allevamenti ecc., secondo le statistiche risulterebbero intorno ai 40 milioni. Perché così poca attenzione, ad esempio, per i cani condannati a vita nei canili? Forse perché la loro “gestione” interessa direttamente numerose associazioni animaliste?
E’ di tutta evidenza la sproporzione, sia in termini di impegno messo dalle associazioni animaliste, sia in termini di attenzione mediatica, rivolta ai circhi.

Spesso e volentieri l’accusa di maltrattamento che ricade sui circhi non trova alcun riscontro oggettivo e scientifico. Ma vi è di più. Non si può continuare a tacere sulla circostanza che vede le associazioni animaliste rivestire ruoli fra loro incompatibili: soggetti denuncianti e gestori dei centri che ricevono gli animali sequestrati o confiscati, in quest’ultimo caso percependo anche finanziamenti pubblici. Trovano in questo particolare, non proprio insignificante, giustificazione le azioni mediatiche contro i circhi, le proteste gridate, le azioni penali, le richieste di inasprimento delle “regole”, che vedono da anni le associazioni animaliste impegnate nel nostro Paese? Di certo alcuni bilanci delle principali organizzazioni animaliste somigliano più a quelli di “spa” che di Onlus.

I circhi italiani sono seriamente impegnati a garantire un sempre più adeguato benessere degli animali presenti nei circhi, e sarebbe illogico pensare il contrario, non solo per il rapporto affettivo che lega gli animali alla gente del viaggio, ma anche in ragione dell’investimento economico che gli animali comportano.

Da ultimo, l’Ente Nazionale Circhi, ha promosso un Regolamento per il mantenimento e la stabulazione degli animali nei circhi, redatto con l’apporto di veterinari, etologi, ammaestratori e giuristi, che dettaglia le norme comportamentali relativamente ai requisiti di sicurezza, gestione degli animali, trattamento medico, sistemazioni, trasporto, addestramento ed altro. Tale Regolamento prende in esame le caratteristiche etologiche di tutte le specie presenti nei circhi, a differenza delle Linee Guida, che si soffermano solo sulle principali.

Il benessere degli animali non è un tema che si possa affrontare con criteri dettati da preconcetti ideologici. Esistono indicatori scientifici e misurabili sui quali deve essere basata la valutazione del benessere animale. Su questa strada l’Ente Nazionale Circhi sarà sempre disponibile al confronto e all’impegno, nell’esclusivo interesse degli animali che, va continuamente precisato, non provengono da catture in natura ma sono nati in cattività da più generazioni.

Giordano Caveagna. L'ammaestramento è solo il risultato di interazione, fiducia e amore per gli animali

Giordano Caveagna. L’ammaestramento è solo il risultato di interazione, fiducia e amore per gli animali

La frontiera più avanzata in tema di animali non è quella dei divieti. Da secoli gli animali convivono con l’uomo e con esso collaborano in varie forme. Se le città italiane fossero ad esempio dotate di aree pubbliche attrezzate e di dimensioni adeguate, tali da poter consentire spazi idonei per gli animali dei circhi, il loro benessere avrebbe di certo da guadagnarne. Ma nonostante una legge dello Stato che risale al 1968, abbia previsto l’obbligo di individuare aree pubbliche per i circhi, molte città, e fra esse i principali capoluoghi, ad oggi ne sono sprovvisti.
Il benessere, come è ormai cognizione acquisita nel mondo scientifico, non è uno stato inerte di completa soddisfazione dei bisogni, ma piuttosto la possibilità di interagire continuamente con l’ambiente e poter trarre da questa interazione una condizione vantaggiosa.
Il futuro degli animali nei circhi non è quello di un ritorno impossibile, per quanto poetico possa apparire, a un mondo selvaggio che non hanno mai conosciuto e in cui non potrebbero mai sopravvivere. Ma la garanzia di un trattamento improntato, appunto, al benessere.

Con la massima disponibilità al confronto e alla collaborazione, nella speranza di aver fornito utili elementi di valutazione, ringraziando per l’attenzione e per la collaborazione, l’occasione mi è gradita per porgere distinti saluti”.

Antonio Buccioni, presidente Ente Nazionale Circhi

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