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Antonio Buccioni è il nuovo presidente dell’Ente Nazionale Circhi

Gelosamente custodita negli archivi dell’Ente Nazionale Circhi, salta fuori al momento giusto una fotografia in rigoroso bianco e nero che descrive un pezzo di storia di circa vent’anni fa. Un giovanissimo Antonio Buccioni, fresco di laurea in giurisprudenza, ha appena fatto il suo ingresso nella famiglia del circo italiano, e stringe la mano ad un altrettanto giovane presidente Palmiri al pranzo che conclude l’assemblea della categoria.
La foto che trovate qui a fianco segna un altro pezzo di storia, ma è stata scattata due giorni fa. Antonio Buccioni è stato appena eletto presidente dell’Enc.
E’ una data storica per l’arte della pista in Italia. Dopo oltre mezzo (esattamente 53 anni) durante il quale Egidio Palmiri è stato alla guida dell’Associazione di categoria del circo italiano, è iniziata oggi una fase nuova, di grande rinnovamento pur nella continuità. L’assemblea dell’Ente Nazionale Circhi ha eletto alla presidenza Antonio Buccioni, da 19 anni vicepresidente dell’Enc, storico dirigente dell’Agis nazionale – l’associazione dello spettacolo italiano – e della Lazio calcio, dove riveste il doppio ruolo di presidente generale della società sportiva e del Club dei circoli della Capitale. Palmiri commenta: “Sono soddisfatto che l’assemblea abbia compreso e aderito con convinzione ad un percorso che è stato da me e dal consiglio uscente preparato e condiviso per convergere su Antonio Buccioni, e sono ancora più felice perché tutti hanno colto nel programma di rilancio da me enunciato, la strada maestra per uscire dalle secche e riprendere il largo”. Nessuna divisione e nessun rimpianto. Anzi, il circo italiano riparte da un rinnovato spirito di squadra e dal riconoscersi una grande famiglia.
E’ stata una giornata emozionante per il mondo del circo. Il commendator Egidio Palmiri è stato acclamato presidente onorario, una sorta di senatore a vita della categoria, e non è mancata la commozione, sia sul volto del grande timoniere dell’Ente e sia su quello dei tanti presenti che si sono dati appuntamento presso la sede dell’Agis, compresa Liana Orfei. “Chiederò aiuto anche a personaggi come te e come David Larible” (anche lui presente ai lavori dell’Ente Circhi), ha detto Buccioni.

Paolo Pristipino, Liana Orfei e Walter Nones

Oltre che da Antonio Buccioni, il nuovo consiglio direttivo uscito dal rinnovo delle cariche è formato da Enis Togni (American Circus) Walter Nones (Moira Orfei), Elio Casartelli (circo Medrano), Nevio Errani (Circo Errani), Vanes Rossante (Circo di Mosca), Divier Togni (produttore e gestore di strutture polifunzionali in diverse città, a partire dal famoso Palasharp di Milano). All’interno di questa compagine il consiglio direttivo eleggerà nei prossimi giorni anche il vicepresidente.
“Anzitutto ringrazio il presidente Palmiri per l’opera immane svolta a favore del circo e perché ha garantito all’Enc un prestigio internazionale”, commenta a caldo Buccioni. “Oggi non ci sarebbe l’associazione che io eredito senza la instancabile, tenace, appassionata e intelligente azione svolta da Palmiri, non ci sarebbe l’Accademia del circo, dalla quale sono uscite decine e decine di “campioni” e che non ha eguali al mondo; non ci sarebbe nemmeno la legge di settore (la n. 337 del 1968) che è nata grazie al dialogo e alla collaborazione instaurati dal gruppo dirigente dell’Enc con il mondo politico dell’epoca. Palmiri ha scritto la storia del circo italiano e la riconoscenza di tutti è e sarà infinita”. Ma Buccioni sa anche molto bene di imbarcarsi in una avventura non facile. “In questo momento la situazione è difficilissima sia in termini generali, che di problematiche dello spettacolo e del circo nello specifico. A confortarci sono però i risultati che ottengono i nostri artisti, registi, produttori, imprenditori circensi, e che offrono al mondo della cultura e dello spettacolo a livello internazionale. Siamo anche incoraggiati dall’affetto del pubblico che continua ad amare l’arte del circo e a seguirne gli spettacoli in maniera massiccia”.
E fra quelli che Buccioni definisce i “fari nella notte” in rappresentanza di una gloriosa, antichissima e italianissima tradizione, il neopresidente cita “come vertici di un iceberg”, il recente Clown d’Oro vinto da Flavio Togni al Festival di Monte Carlo, il Bronzo ad altri due artisti italiani, i fratelli Davis e Ronny Dell’Acqua, il successo planetario del clown italiano David Larible. E aggiunge: “C’è un futuro per il circo italiano, che viene da lontano e guarda ancora più lontano, e vorremmo che questo futuro si sviluppasse nella nostra amata Italia”.
Nel suo intervento in apertura di assemblea, Palmiri ha presentato un ambizioso progetto “al quale – ha specificato – stiamo lavorando da un anno e che attueremo a partire dal 2011” e vedrà in veste di partner Enc, Agis, Cedac (il centro di documentazione sulle arti circensi che ha sede a Verona) e l’Università degli studi di Milano, Facoltà di lettere e filosofia, dove da qualche anno è attivo il corso di Storia dello spettacolo circense e di strada tenuto da Alessandro Serena. Fra le altre iniziative prevede una campagna nazionale di comunicazione che metterà al centro il circo, la sua arte, cultura e tradizione, il coinvolgimento di personaggi di rilievo pubblico in veste di testimonial, un evento legato ad un premio nazionale che potrebbe sfociare anche in programmi televisivi sulle reti nazionali.
“Incalzeremo le istituzioni pubbliche, le amministrazioni in genere, perché riteniamo di meritare un rispetto maggiore di quello che il circo sta avendo in Italia, come sa bene chi conosce ciò che avviene nelle altre nazioni del mondo”, dice Buccioni. “Avremo modo di approfondire tutti questi temi, compreso quello degli animali negli spettacoli, la cui presenza non dovrà essere messa in discussione ma regolamentata in modo rigoroso. Non siamo disponibili a dibattiti di natura ideologica, perché se si decidesse di seguire questa strada migliaia di imprese si bloccherebbero: pensiamo solo agli allevamenti di animali di vario genere. Per paradosso, l’oltranzismo di certo animalismo potrebbe un giorno arrivare a chiedere alle orchestre di suonare senza gli archi, perché questi ultimi sono costruiti utilizzando gli alberi, che non vengono al mondo per diventare violini”.
Claudio Monti

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