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Acquatico Bellucci: pirati di classe


Dopo la positiva esperienza della produzione Voyager in cui la drammaturgia era più sfumata – con un ruolo determinante affidato all’ottimo conduttore Andrea Bertinelli – è nato il nuovo spettacolo Pirati. Alla ricerca della felicità senza fine che appare più strutturato in forma di vera e propria storia. Il circo Acquatico Bellucci rappresenta una sorta di laboratorio in costante divenire del circo italiano che sta cambiando, un prototipo di impresa circense che cerca, e ci riesce, di essere attuale.
Il pretesto del nuovo spettacolo è quello di una nave pirata chiamata Talitha, come la moglie del capitano Emertuk, prematuramente scomparsa. Da qui lo stesso valoroso capitano – nei cui panni troviamo l’efficace Jarold Niemen – guida gli spettatori alla scoperta dell’equipaggio e della vita a bordo passando attraverso tempeste ed eventi di varia natura, con lo spirito della defunta Talitha che aleggia fino a materializzarsi effettivamente.

Jennifer e Sandy

I momenti più riusciti della nuova produzione, anche grazie alla qualità tecnica delle perfomance, sono quelli che vedono Sandy e Jennifer impegnate insieme in uno dei migliori sostenuti aerei in circolazione, valorizzato da una coreografia attualissima oppure alternarsi al candelabro sotto la cupola del circo. Un altro notevole passaggio è rappresentato dalle contorsioni ai tessuti aerei di Ion Laurentiu, già ginnasta allievo di Florina Budurusi mentre le maggiori suggestioni per il pubblico si realizzano quando Sandy Medini entra nella vasca nelle vesti si sirena.
Completano il cast Yuri Guidi con la ruota tedesca e in diversi altri ruoli, Michael Vancore nei panni di giocoliere, Michel Pagnotta come mozzo comico oltre che equilibrista al palo cinese.
Interessanti le contestualizzazioni della classica entrata dei coltelli e della presentazioni dei numerosi animali acquatici che comunque occupano uno spazio notevole nella seconda parte incontrando il chiaro gradimento degli spettatori.
I fattori più rilevanti che emergono nell’analisi di questa sorta di impresa circense sperimentale sono l’idea di concepire lo spettacolo come una vera e propria produzione, aperta anche all’impiego di artisti di formazione diversa da quella del circo di tradizione, senza mai rinunciare ad alcuni degli elementi fondanti della più classica arte della pista. Non va dimenticato che le sorelle Medini hanno alle spalle la solida formazione dell’Accademia d’Arte Circense.
Pur avendo scelto la formula “acquatica” fin dalla nascita, questa impresa ha voluto e saputo coltivare delle specificità che l’hanno resa immediatamente peculiare. Lasciato da parte il cliché tipico del genere – che prevede una sequenza di numeri su di un palcoscenico che culmina con le immersioni più o meno suggestive nella vasca degli squali o dei piranha – si è scelto immediatamente di guardare alla direzione della pantomima nel senso più autentico del termine. Anche la cura dell’immagine complessiva è volta far emergere i caratteri distintivi di questo circo, sia per quanto riguarda le strutture sia in materia di pubblicità e marketing riservando una maggior attenzione di quanto non accade solitamente ai rapporti coi media.
Il Circo Acquatico Bellucci rappresenta un modello di approccio positivo alla realtà attuale per le imprese circensi di tutte le dimensioni: oggi, anche a ragione di una crisi economica di cui è difficile rammentare eguali in tempi recenti, è più che mai necessario programmare a tavolino quale tipo di circo si vuole proporre e come si pensa di catturare l’attenzione del pubblico in mezzo al mare di offerte di intrattenimento disponibili. Diversamente, per restare in tema acquatico, il naufragio diventa un’eventualità assai probabile.
Francesco Mocellin

Dal 23 dicembre al 10 gennaio, l’Acquatico Bellucci è a Trieste (ex Piscine Bianchi).

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