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Acqua per gli elefanti: pathos circense e glamour hollywoodiano

Fin da quando sono iniziate a circolare le prime voci sulla realizzazione del film tratto dal romanzo di Sara Gruen Acqua agli elefanti il mondo di internet è entrato in fibrillazione, macinando notizie e informazioni, alimentando e accrescendo l’aspettativa intorno al film. Che finalmente, con il titolo Come l’acqua per gli elefanti, sta per approdare nelle sale cinematografiche (negli Stati Uniti il 22 aprile; qui da noi il 29). C’è più di una ragione per tanta aspettativa: la prima è che questo film, prodotto dalla 20th Century Fox e diretto da Francis Lawrence, il regista di Io sono leggenda, è tratto, come si diceva, dal romanzo della canadese Sara Gruen (uscito negli USA nel 2006, in Italia nel 2007 presso Neri Pozza e recensito nella rubrica “Storie in pista” nel numero di giugno 2008 della rivista Circo e su questo sito) che è uno di quei libri che si potrebbero definire longseller perchè continuano a vendere a distanza di anni: distribuito in 44 paesi, al primo posto per settimane nella classifica del New York Times, ha venduto finora oltre 4 milioni di copie.
La seconda è legata all’indubbio fascino della storia, d’amore e d’odio, di rappresentazione di una fetta importante di storia americana e di atemporali magie di scena, che è ambientata nel “favoloso” Circo dei Fratelli Benzini, uno di quei grandi circhi itineranti che nei problematici anni Trenta percorrevano l’immenso territorio americano e già di per sé costituivano un compiuto microcosmo in cui le diverse personalità artistiche e umane si intrecciavano con esiti mai prevedibili.
L’ultima ma non meno importante, anzi per molti internauti la più importante ragione di tanta spasmodica attesa, consiste nel fatto che a interpretare il timido studente di veterinaria Jacob Jankowski che in una notte “buia e tempestosa” salta su un treno in corsa, andando incontro al suo destino inscritto nella pista del circo, è stato chiamato l’ex vampiro Robert Pattinson che con la saga di Twilight si è conquistato un posto fisso nel cuore di innumerevoli adolescenti. E allora viene da dire che questa è la volta buona che il circo diventa compagno di strada per i più giovani i quali spesso, dopo l’ubriacatura infantile (perchè credo che non esista un solo bambino immune al fascino della pista) sembrano dimenticarsi della sua esistenza.
Fungono da garanti, in questa prospettiva di riavvicinamento, il trailer e le immagini del film diffuse in centinaia di siti e blog: una vertiginosa sequenza di scene avventurose, crudamente realistiche, sentimentali, drammatiche, tutte comunque contrassegnate dalla particolarissima atmosfera circense. Ed è facile prevedere che la locandina del film, usata come copertina della nuova edizione del libro negli Stati Uniti e in Italia (dove uscirà il 22 aprile nella collana di tascabili Beat), sarà destinata ad imprimersi lungamente nell’immaginario collettivo.
La coppia amorosa è al centro: lei, la fascinosa cavallerizza e acrobata Marlena – ovvero la biondissima Reese Whiterspoon, premio Oscar nel 2006 – guarda con determinazione il bel Jacob che elude il suo sguardo ma le cinge languidamente la vita; da un lato, in piedi sul vagone del treno, August, il domatore del Circo dei Fratelli Benzini – l’attore austriaco Christoph Waltz, Oscar nel 2010 – li fissa con espressione indecifrabile; dall’altro, sembra vegliare sulla coppia come un idolo protettivo l’elefantessa Rosie. Lo sfondo azzurrino, che si schiarisce intorno all’abbraccio dei protagonisti, appare solcato da piccole gocce luminose e l’intera scena è incorniciata da una scritta “assassina” che recita “la vita è lo spettacolo più straordinario che ci sia”.
Ben fornita di glamour hollywoodiano e di pathos circense, questa coppia amorosa è dunque pronta a lanciare la sfida: cari protagonisti di Titanic avvinghiati sul ponte della nave, forse è arrivato il momento di cedere la scena.
Maria Vittoria Vittori

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