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A Monte Carlo l’Italia è d’Oro

Un’edizione straordinaria chiude i primi quattro decenni della manifestazione che ha dato consapevolezza di sé alla grande famiglia del circo internazionale. Quattro Oro, quattro Argento e sei Bronzo di grande valore in una kermesse straziata dalla scomparsa del motociclista Kevin Ferrari. Confermato il livello dell’arte circense italiana con il Bronzo di Elvis Errani e soprattutto il Clown d’Oro per acclamazione a Gianni Fumagalli e Daris.

di Alessandro Serena

Il Clown d’Oro più bello degli ultimi anni è andato al clown italiano Fumagalli, all’anagrafe Gianni Huesca, ovviamente accompagnato dall’inseparabile e indispensabile fratello Daris. In una edizione del Festival martoriata dalla morte di un altro italiano, Kevin Ferrari, campione di freestyle motocross, deceduto la sera prima dell’apertura della kermesse, durante le prove, a seguito di un errore che ha avuto conseguenze tragiche.

Il Clown d'Oro Gianni Fumagalli (foto Charlie Gallo)

Il Clown d’Oro Gianni Fumagalli (foto Charlie Gallo)

Ebbene Oro migliore non poteva esserci che quello di Fumagalli, un artista che ha provato sulla sua pelle la tragedia più grande, quella della scomparsa del giovanissimo figlio Nino, due anni fa, dopo lunga e straziante malattia. Il circo, come sempre, è la metafora del mondo e Gianni porta con sé le due facce del teatro classico, quella col sorriso della commedia e quella con la smorfia della tragedia, che convivono in questo grande artista che fa impazzire il pubblico di tutto il mondo, ignaro di cosa ci sia dietro tanto mestiere.
Ma ovviamente non è per questo che Gianni ha conquistato il pubblico qui e in pratica in tutto il mondo. Il suo ingresso nella storia del circo e della clownerie risale a molti anni fa e prima del suo incolmabile lutto famigliare. Fumagalli è oggi forse il miglior rappresentante del clown che tiene il contatto con le proprie radici. L’unico in grado di riproporre i classici con una coerenza filologica spontanea, dove quello che conta non è l’innovazione ma la perfetta esecuzione di un repertorio già tramandato di generazione in generazione. Gianni ha dentro di sé, nel proprio DNA, secoli di clownerie e di commedia dell’arte. Ma sarebbe ingeneroso pensare che tanta arte sia dovuta solo ad un talento innato. Il percorso di Fumagalli lo ha portato (come verrà meglio raccontato nel prossimo numero della rivista) ad attraversare esperienze artistiche di rilevante importanza acquistate anche nel corso di una carriera con pochi eguali e che si prospetta dover continuare ai massimi livelli per molti anni ancora.
Gianni Fumagalli e Daris (foto Andrea Giachi)

Gianni Fumagalli e Daris (foto Andrea Giachi)

Doveroso ricordare che Gianni Fumagalli vive grazie alla presenza dell’eccezionale spalla, il fratello Daris. Un duo che negli anni ha affinato il timing, l’armonia, la complicità fino a posizionarsi accanto alle grandi coppie comiche del passato. E sta crescendo bene anche il giovane Nico, distintosi sia in Ape dammi il miele che negli ormai noti Fumaboys.
Grazie al successo di Fumagalli l’Italia eguaglia un altro record, acciuffa l’America, la sola altra nazione al mondo con due clown Clown d’Oro. La statuetta di Gianni va ad aggiungersi infatti a quella di quell’altro incredibile e leggendario artista che è David Larible. Mentre gli USA hanno avuto George Carl (in realtà un eccentrico) e Bello Nock (clown del brivido). Confermata anche con i numeri la supremazia dell’Italia nell’arte nobile della risata ed in generale nel mondo del circo, dove le uniche nazioni che superano il medagliere tricolore sono Russia, Cina e Corea. Interessante sottolineare però che Cina e Corea sono specializzati solo in numeri acrobatici, per quanto straordinari. Mentre Italia e Russia si distinguono anche nell’ammaestramento di animali e nella clownerie. I lettori scuseranno l’eccesso di patriottismo, ma c’è da esserne orgogliosi e allo stesso tempo disperarsi dell’abbandono totale in cui il circo è lasciato dalle istituzioni italiane, come segnalato da Antonio Buccioni, presidente dell’Ente Nazionale Circhi.

Un record d’Oro
Tanto più risalta il premio a Fumagalli se consideriamo che si tratta della edizione con il maggior numero di Oro della storia. A tutti gli effetti cinque primi premi ex aequo.
La Corea, in particolare, ha presentato due numeri di livello davvero alto, uno aereo di troupe ed uno di passo a due. Spesso su queste pagine ci si è lamentati della assoluta mancanza di personalità degli artisti orientali, votati esclusivamente alla tecnica. Bene, le cose stanno man mano cambiando e questi acrobati dagli occhi a mandorla aggiungono agli incredibili exploit un certo carisma che forse arriva dalla sicurezza nei propri mezzi. Di certo le molte partecipazioni al Festival di Monte Carlo hanno inciso in entrambe le direzioni, sia nella presa di coscienza della propria forte tecnica che nella consapevolezza di dover migliorare la parte estetica.
Nel numero aereo presentato da sei uomini e tre donne, hanno davvero impressionato il quadruplo salto mortale di una ragazza, Pak Mi Gyong, e un altro quadruplo di un ragazzo, Kim Myong Jin, questa volta in avanti, da un porteur all’altro realizzato con un volo di 14 metri. Riempiono davvero il cielo. Il passo a due realizzato da Sin Chol Jin e Pak Song Hui è stato forse il numero che ha destato il maggior stupore a considerare i sospiri e i gridolini di sorpresa del pubblico. Nella prima parte riprende il famoso passo a due della troupe di Guangzhouz (pur senza averne l’alchimia del rapporto fra i due) complicandolo con un equilibrio di coltello, spada e bicchierini. Nella seconda parte porta il tutto su un trapezio che oscilla alto nella cupola di Fontvieille dove in più la incredibile ragazza aggiunge la rotazione di un cerchio ad una caviglia e la giocoleria con quattro palline. Standing ovation convinta e meritata sia per la troupe che per il passo a due.

Foto Andrea Giachi

Foto Andrea Giachi

La ormai celebre CNAT (China National Acrobatic Troupe) ha conquistato un altro meritatissimo Oro con un numero di cinque equilibristi (quattro ragazzi e una ragazza) che presentavano un repertorio di esercizi difficilissimi con uno stile singolare ma convincente a metà strada fra la danza classica e il cubismo. Pareva una collezione di esercizi conclusivi (quelli più difficili) dei più forti numeri di verticali di tutti i tempi. Presentati sia come solisti che copie che terzetti. Per esempio mentre in un testa a testa il porteur saliva e scendeva dalla spaccata in stile “Zalewsky”. Paradossalmente proprio l’ultima loro figura era forse più bella che tecnicamente difficile, un tourbillon in impalo con attrezzo idraulico. Ma oramai gli spettatori erano tutti in piedi ad applaudire.
Anastasia Fedotova (foto Andrea Giachi)

Anastasia Fedotova (foto Andrea Giachi)

Del resto si tratta di una delle troupe più forti della Grande Nazione che solo due anni fa vinceva sempre qui a Monte Carlo un Oro indimenticabile con il numero di dodici ragazze giocoliere con diabolo. A Pechino vantano una sede presso un palazzo dello sport dove hanno ampie sale per le prove e per gli spettacoli. La Cina continuerà a stupire per molti anni.
Altro Oro per Anastasia Fedotova Stykan del Circo Nikulin di Mosca. Vera e propria poesia equestre presentata da questa affascinante ammaestratrice che fa lavorare i propri bellissimi cavalli frisoni e andalusi con dei semplici comandi pur eseguendo un repertorio anche in questo caso dei massimi livelli. La scelta musicale (spesso su melodie originali), dei cambi di ritmo, della cromaticità (il bianco e nero che si alternano), la drammaturgia semplice delle entrate e uscite degli equini, il tutto formava un dipinto bucolico che incantava i pur smaliziati spettatori anche con una durata estesa (almeno venti minuti). Standing ovation per quella che è stata forse, dal punto di vista artistico, la performance più “rotonda” e organica della kermesse.

Argenti brillanti
Quattro argenti davvero scintillanti, tutti a troupe numerose e con delle performance spettacolari. L’anno della Russia è stato degnamente celebrato anche grazie alla presenza del corpo di ballo del Circo Bolchoj al quale erano affidati diversi intermezzi realizzati con costumi e musiche tipicamente russe ma in stile assai moderno e dinamico. Ma soprattutto la nazione che ha dato i natali al Circo di Stato ha portato a casa tre argenti con tre troupe numerose e delle messe in scena sfarzose.

La Troupe Ekk (foto Andrea Giachi)

La Troupe Ekk (foto Andrea Giachi)

Di questi tempi le maggiori stelle del circo in Russia sono di certo Edgard e Askold Zapashny, in attesa di vederli partecipare ufficialmente al Festival con la loro performance con i felini, sono stati ben presenti con i numeri del Bolchoj Circus del quale sono rispettivamente direttore generale e direttore artistico. Inoltre Edgard era presente anche come colonna nei numeri della Troupe di cavallerizzi acrobatici di Yakov Ekk. In particolare il numero di cosacchi “dijguiti” era presentato a ritmi scatenati e con esercizi ormai rari a vedersi come il cavallerizzo trascinato, i passaggi sotto il ventre o il collo dell’animale (eseguiti da uomini e donne), e le spettacolari piramidi a cinque.
Anche il Rosgoscirk del neo presidente Vadim Gagloev era ben presente al Festival e si è aggiudicato un Argento per la Troupe di Aleksei Pronin di Altalena Russa, composta da cinque ragazzi ed una elegante agile, Anastasia Yakovleva. La messa in scena era piuttosto organica in stile “corsari” pur senza particolari riferimenti a recenti successi cinematografici. Il repertorio era completo e i passaggi da pedana a pedana realizzati con estrema precisione e in maniera molto fluida. Argento anche alla troupe di Arkady Shatirov di barra russa. Con costumi tradizionali e musica incalzante questo gruppo ha presentato una serie di esercizi con pochi precedenti come il quadruplo di Irina Golub o il quadruplo in avanti di Maria Eresmina. C’è da dire che l’arrivo degli agili era sempre aiutato in maniera piuttosto vistosa da alcuni componenti della troupe. Però il pubblico ha mostrato comunque di gradire.
Altro Argento alla Cina per il grande numero di icariani della Troupe Acrobatica di Tianjin. Un reggimento di antichi guerrieri cinesi armati di scudo (almeno una ventina) che mettono in scena un numero di gruppo che, se non riesce a raggiungere i classici exploit di virtuosi dei giochi icariani come Maycol e Guido Errani, presenta però delle complesse e spettacolari figure che mescolano icariani a banchina e persino alle antiche “colonne d’Ercole” con piramidi di più persone. I movimenti non sono del tutto coordinati e precisi, ma il colpo d’occhio è notevole.

Facce di Bronzo
Come quella del nostro Elvis Errani, in pista a Monte Carlo nonostante uno scomodo tutore al braccio destro. Il figlio di Riccardo Errani ha conquistato di nuovo il podio, a sei anni di distanza dalla sua prima volta. In questo periodo ha acquistato ulteriore personalità e consapevolezza dei propri mezzi.

Foto Andrea Giachi

Foto Andrea Giachi

Mantenersi a questi livelli per oltre un lustro e a questa giovane età è garanzia di qualità e di continuità che fa stare sicuri per il futuro. Anche visto lo stato di forma delle partner, sia delle elefantesse, che delle ballerine sopra di esse. Un ammaestramento in dolcezza perfettamente in linea con le esigenze dei nostri tempi.
Bronzo per il Duo Black & White. Le belle Elena Petrikova e Elena Baranenko hanno presentato un repertorio di esercizi davvero insoliti per una coppia di ragazze con classe e tecnica a giocare entrambe un ruolo importante. Per altro la Petrikova vanta un record particolare, essendo parte anche della Troupe Ekk ha vinto Argento e Bronzo in una sola edizione. Non si ricordano precedenti.
Il Duo Black & White (foto Charlie Gallo)

Il Duo Black & White (foto Charlie Gallo)

Bronzo anche alla troupe di Eduard Kolykhalov, formata da nove artisti fra i quali numerosi sportivi di alto livello e campioni di ginnastica. In effetti in questo numero è palese l’origine ginnica in quanto è proprio un’evoluzione della disciplina olimpica delle barre parallele, qui però posizionate su tre livelli diversi. Gli artisti hanno presentato esercizi notevoli, la maggior parte delle quali in realtà in uscita sul paglione (come un bel triplo salto mortale) e non fra barra e barra, ma l’effetto era coinvolgente ed efficace. Terzo gradino del podio anche per i simpatici Fratelli Meleshin. Russi ma con un numero di rullo presentato con uno scanzonato stile charleston e degli esercizi anche di mano a mano o testa a testa di notevole grado di difficoltà, come quello nel quale sono uno in piedi e uno in verticale sulla stessa tavoletta. Bronzo anche per gli ucraini del Duo Silver Stones, con un potente e statuario numero di cinghie. E anche per il numero di leoni presentato dal sudafricano Musa John Selepe, ma formato dal veterano degli ammaestratori Marcel Peters. Il repertorio mostrato era standard ma gli esemplari erano notevoli, tutti di manto bianco e palesemente in armonia con il giovane artista, insomma uno spettacolo più per la vista che per gli intenditori.

Italia fino in fondo

Priscilla Errani (foto Andrea Giachi)

Priscilla Errani (foto Andrea Giachi)

Fuori dal podio gli altri italiani, Priscilla Errani con il suo numero non banale di hula hoop. Erik Niemen, senza dubbio fra i migliori filferristi della sua generazione con il salto mortale in plancia, una chicca rara a vedersi. E Alessio Fochesato, il migliore e più richiesto addestratore di pappagalli del mondo del circo. Non bisogna temere di essere tacciati di eccessivo patriottismo nell’affermare che la speranza, fondata, era di vedere anche loro sul podio. Anche altri artisti hanno ben figurato. Fra essi il clown Boris Nikishkin con la sua apprezzatissima parodia-tributo del numero di equilibrismo di Oleg Izossimov. Ma certo capitare nella stessa edizione di un big della clownerie come Fumagalli non lo ha aiutato. Da menzionare anche la Troupe Empress, originale gruppo di giocolieri esperti nel passing con clave, penalizzati da un’esecuzione purtroppo fallosa in entrambi gli spettacoli di selezione. E la Troupe Balagan di bascula coreana, con una buona composizione di circo-danza che però non deve avere del tutto convinto la giuria.

Uno staff principesco

Foto Charlie Gallo

Foto Charlie Gallo

È doveroso ricordare l’efficacia di un gruppo di lavoro compatto ed esperto. Capitanato da Urs Pilz, che trova ottimi colonnelli nei direttori di pista Darix Huesca e Enrico Caroli, nei direttori d’orchestra Reto Parolari e Osvaldo Camahue, ma anche nello staff organizzativo con le ottime Corinne e Kuki (chiamate semplicemente per nome da tutti gli artisti ed operatori del festival) e Jean Pierre Doria all’ufficio stampa.
Il tutto illuminato dalla presenza costante e amorevole di SAS la Principessa Stephanie. Se è vero che suo padre l’amatissimo Principe Ranieri aveva creato il Festival per i propri figli, allora si può dire che lei lo accudisce ormai da anni con l’amore e la cura che si riserva ad un fratello minore. Viva il Circo, viva la famiglia reale di Monaco, viva il Festival di Monte Carlo.

39° FESTIVAL INTERNATIONAL DU CIRQUE DE MONTE-CARLO
PALMARES

CLOWN D’ORO

Fumagalli e Daris – Clown
Anastasia Fedotova Stykan – Ammaestratrice di cavalli
Troupe nazionale acrobatica della Cina – Equilibristi
Troupe nazionale di Pyongyang – Trapezio volante e passo a due

CLOWN D’ARGENTO

Troupe Shatirov – Altalena russa
Troupe Pronin – Barra russa
Troupe de Yakov Ekk – Acrobati a cavallo
Troupe acrobatica di Tianjin – Icariani

CLOWN DI BRONZO

Troupe Kolykhalov – Barre parallele
Duo Silver Stones – Cinghie aeree
Elvis Errani – Elefanti ammaestrati
Duo Black & White – Tessuti aerei
Musa John Selepe – Leoni ammaestrati
Meleshin Brothers – Equilibristi su rullo

Il servizio è pubblicato sulla rivista Circo febbraio 2015

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