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La Brambilla chiede danni d’immagine a Apple. E a lei chi li chiede?

Il ministro Brambilla

Il ministro del Turismo contro il colosso Apple. Michela Vittoria Brambilla stavolta si è arrabbiata: ha dato mandato all’avvocatura dello Stato di procedere nelle sedi opportune “contro i responsabili del grave danno d’immagine arrecato al nostro Paese”. Motivo? L’applicazione What country, disponibile a pagamento sul negozio online Apple, identifica l’Italia con “pizza, mafia, pasta e scooter”.
“Si tratta ovviamente di una rappresentazione offensiva e inaccettabile, per di più accompagnata da un testo esplicativo che, se possibile, peggiora ulteriormente le cose”. Perché l’Italia “è un faro nel mondo per la sua storia, la sua cultura e il suo stile. Come cittadina e come ministro non posso permettere che si getti discredito sul nostro Paese utilizzando un’organizzazione criminale come nostro testimonial. Tutto questo fa grande torto all’Italia e agli italiani”. “Tale immagine distorta, alla cui creazione hanno contribuito anche tante pellicole cinematografiche diffuse in tutto il mondo, deve essere definitivamente corretta perciò ho chiesto ad Apple di rimuovere l’applicazione da APP store e ho dato mandato all’avvocatura dello Stato di procedere nelle sedi opportune contro i responsabili”.

Stavolta la Brambilla ha preso cappello. Ma che dire delle sue esternazioni contro il Palio di Siena – evento di grandissima valenza turistica, uno dei simboli dell’Italia nel mondo – o contro le pellicce (“Non mi vesto di cadaveri e non comprendo come qualcuno possa farlo”, ha detto di recente) cioè il made in Italy per eccellenza trattandosi di moda? Oppure la sua continua criminalizzazione dei circhi, che – la Brambilla forse non lo sa – all’estero sono sinonimo di spettacolo, di arte e di cultura italiana? Forse non a caso un suo collega del Pdl, l’eurodeputato Sergio Berlato, si è già rivolto a Silvio Berlusconi senza tanti giri di parole: “Presidente, zittisca la Brambilla”.

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